Quanto pesa il nuovo partito di Angelino Alfano? E quali chance ha di non far perdere il centrodestra contro un Pd sempre più targato Matteo Renzi?
Se da un lato tre sondaggisti come Mannheimer, Piepoli e Ferrari Nasi convergono sul fatto che il Nuovo Centrodestra (Ncd) vale da solo almeno il 10%, le sorprese provengono dagli altri attori della coalizione, con due certezze su tutte: la costante comunque si chiama Silvio Berlusconi e la nuova Alleanza Nazionale vale più di Sel e delle sinistre (6,2% contro 3,6%).
ISPO CORRIERE
Secondo il sondaggio Ispo condotto per il Corriere della Sera, il nuovo partito di Alfano parte già con una base del 10,8% a cui sommare il 18% di Forza Italia. Numeri che, se rapportati a quelli del Pd e della sinistra (29,2% dei democrat e 3,6% di Sel) conducono ad un sostanziale pareggio tra i due blocchi. Ma è nei riverberi di quelle percentuali e nella composizione delle future alleanze che potrebbe giocarsi la partita finale, fermo restando che almeno un altro 16% va assegnato al Movimento Cinque Stelle, in calo ma comunque presente sempre in maniera influente nello scacchiere politico.
PIEPOLI
“Non ho ancora dati ufficiali, ma la mia impressione è che le intenzioni di voto per il Nuovo Centro Destra di Alfano – osserva il sondaggista Nicola Piepoli a Formiche.net – siano su per giù uguali a quelle per il gruppo di Berlusconi. Non credo ci sarà né un incremento né una diminuzione per il centrodestra complessivamente inteso, in quanto da sempre è una grande area politica che è stata una costante della vita politica italiana”. Circa la concomitanza di due spaccature all’interno del centrodestra, a destra con Fratelli d’Italia e Movimentoxlalleanzanazionale, e nel Pdl con appunto gli alfaniani e Forza Italia, Piepoli rileva che il bacino dell’area che va dal centro alla destra è ormai “consolidato, dal momento che la creazione ad esempio di tre o più contenitori nella destra non è detto che aumenti i voti di quell’area”. Insomma, sostiene Piepoli, le quote di mercato sono quelle e sono ben definite e fa il paragone con un prodotto noto nel mondo come la Nutella: “Se un bel giorno la Ferrero decidesse di scindere il suo prodotto in due sottoprodotti, come Nutella A e Nutella B, gli acquisti globali sarebbero gli stessi. Identico scenario avviene in politica”. Nel senso che i trend non sono “una creazione istantanea, ma durano nel tempo, penso al 1948 quando il centrodestra, ovvero la Dc e i partiti collegati, aveva il 49% dei voti”. Oggi, prosegue il sondaggista, se si facesse un bilancio di tutti i contenitori di centrodestra, compreso il Centro di Casini che “ideologicamente fa parte del centrodestra, saremmo all’incirca lì”.
DIVISI SI VINCE
Di diverso avviso il sondaggista Arnaldo Ferrari Nasi, secondo cui il centrodestra dei cosiddetti cani sciolti (quattro attori come Forza Italia, Ncd, Fratelli d’Italia e Movimentoxlalleanzanazionale) “è già numericamente in vantaggio rispetto al Pd raggruppato attorno a Matteo Renzi, servirebbe solo un leader che come Berlusconi nel ’94 riuscisse e tenere tutti assieme”. Per cui un Pdl diviso otterrebbe di più se andasse alle urne con quattro punte, come dimostra la ricerca dell’Istituto di Ricerca Ferrari Nasi & Associati effettuata tra il 13 e il 14 novembre, pochi giorni prima della rottura ufficiale al Consiglio nazionale del Pdl. I numeri di Forza Italia (18%) e del NcD (10%) assieme pareggerebbero il 29% del Pd. Dove ci sarebbe anche il 3,9% di Sel, controbilanciato da un riscontro pari o superiore delle due destre, Fratelli d’Italia dato fino a ieri al 2,1% e il neonato Movimentoxlalleanzanazionale. Sul versante destro Ferrari Nasi osserva che “la nuova Alleanza Nazionale potrebbe anche arrivare al 6,2% a discapito di Fratelli d’Italia che scenderebbe allo 0,9%”. Inoltre coloro che oggi sono dati per sicuri votanti di Forza Italia provengono in gran parte dal Pdl o dagli indecisi, un passaggio che rivela come Fi per larga parte abbia “presa fra i suoi, mentre è Alfano che pesca altrove, al centro o fra gli scontenti del Pd”. Ma la costante ancora una volta è una e prende il nome di “Silvio Berlusconi, che resta lì mentre sono gli altri a dover rosicchiare voti altrove”.
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