Come ovviare a un miliardo e mezzo di mancate entrate senza le quali la Grecia non otterrà l’ulteriore tranche di aiuti finanziari dalla troika?
Quando mancano poche ore all’ultimo report dell’anno redatto dai creditori internazionali sullo stato di salute del “malato d’Europa”, dal caponegoziatore, Poul Thomsen, ecco la proposta del “metodo Ika”, dal nome del servizio sanitario nazionale ellenico: ovvero un’altra sforbiciata a pensioni e indennità di servizio, utile per fare un po’ di cassa (come anticipato da queste colonne) ma non certo per risolvere a monte la voragine finanziaria del Paese.
PENSIONI GIU’
Per pensioni superiori a 1000 euro ecco che si fa largo un taglio dell’8% dei contributi: lo Stato otterrà cento milioni di euro, una goccia nel mare del debito ellenico, ma toglierà ancora diritti pregressi conquistati con il versamento contributivo effettuato dai lavoratori nel corso degli anni. E dopo che gli stessi hanno già hanno subito una serie di tagli a pensioni, indennità e servizi nell’ultimo triennio. Un esempio: un lavoratore con 35 anni di contributi che avrebbe preso una pensione di 1.750 € in caso di applicazione del modello” IKA ne prenderà 1.475.
MEMORANDUM INFINITO
Che il memorandum imposto dalla troika alle disastrate finanze greche fosse “infinito” e non risolutivo del buco strutturale, era cosa nota già da tempo. Ma a raddoppiare inquietudini e interrogativi ci ha pensato lo stesso Thomsen che, in una lunga intervista al quotidiano Kathimerinì, prima elogia il governo ellenico che sta facendo di tutto (sulla pelle di cittadini e imprese) per riequilibrare i conti e poi fa un annuncio che ha dell’incredibile, dal momento che tutti (cancelliera Merkel in testa) lo avevano escluso: “La Grecia dovrà adottare nuove misure nel periodo 2014 – 2016”.
COMPITI A CASA
Il capo progetto del Fondo monetario internazionale per la Grecia insiste sui licenziamenti nel settore pubblico, forte del fatto che nel passato decennio il numero delle assunzioni è stato spropositato rispetto alle reali esigenze, senza contare il numero elevatissimo di municipalizzate, società dello stato, enti e uffici vari dislocati sui territori. E affonda il colpo sui grandi proprietari
che fino ad oggi rappresentano una buona parte di quel “bottino” di tasse non pagate. Per questo chiede al governo guidato dal conservatore Antonis Samaras e dal socialista Evangelos Venizelos di adottare misure per stimolarli a pagare. Anche se di fatto fino ad oggi si continua a pretendere altri sacrifici da dipendenti pubblici e privati, da pmi, da commercianti e imprenditori senza toccare chi nel corso degli anni ha contribuito non poco a provocare il quasi default, con finanziamenti europei elargiti a pioggia e senza i necessari controlli, con espropri milionari effettuati dallo Stato per costruire le autostrade, con sprechi diversificati: che oggi gravano sulle spalle dei soliti noti.
NUOVE TASSE
Annuncia che la strategia per il quadriennio 2014-2017 prevede la nuova tassa di proprietà su immobili, terreni e fabbricati, con un assurdo balzello (già in vigore da quest’anno) applicato sulle auto a metano. E certifica che sarà necessario ancora del tempo per risolvere i nodi strutturali, sia a livello tecnico che in termini di policy making. “Non posso prevedere esattamente quanto tempo ci vorrà per completare la valutazione, ma siamo determinati a lavorare urgentemente con il governo per finire il più presto possibile”.
BILANCIO
Fino ad oggi osserva che i risultati sul caso greco sono stati contrastanti: da un lato i progressi nei settori chiave quali le riforme del mercato del lavoro, ma persistono altre aree in cui i progressi sono insufficienti, come ad esempio gli sforzi per liberalizzare le professioni chiuse, che ridurranno i costi e i prezzi, solo annunciate nell’ultimo biennio. Molte professioni non sono state praticamente toccate, anzi, le note dolenti sono proprio nel settore giustizia (con l’aumento esponenziale delle tasse per sostenere una causa civile e penale), in quello della sicurezza (con stipendi bassissimi tra le forze dell’ordine mentre ad esempio i militari godono ancora di molti privilegi), degli appalti (fino al 2010 non esisteva un registro dei fornitori pubblici dello Stato e si procedeva per assegnazione diretta).
OCSE
L’OCSE ha individuato i vincoli in quattro settori chiave (tasse, turismo, prodotti alimentari, materiali da costruzione) e identificato più di 300 restrizioni che fino ad oggi hanno avuto l’effetto di mantenere i prezzi di molti prodotti più alti rispetto alla maggior parte dei paesi europei. Colpa di una politica di importazione alle stelle, che nessun governo (né socialista né conservatore) ha inteso smorzare per prevedere invece una politica industriale votata alla produzione interna, dal momento che nel Paese si è arrivati all’assurdo di importare anche olio (dalla Spagna) e cotone (dalla Turchia): due prodotti presenti in Grecia sin dall’antichità.
HAIRCUT DEL DEBITO
Nelle scorse settimane era stato il Fondo Monetario Internazionale a caldeggiare per la Grecia un haircut del debito, consapevole (sin dal dicembre scorso) che i numeri proposti dal memorandum della troika non coincidevano con gli obiettivi di bilancio e che la Grecia non sarebbe riuscita a raggiungere le percentuali di abbattimento del debito così come immaginato dai tecnici di Bruxelles. A tal proposito Thomsen osserva diplomaticamente che “esiste un progetto convenuto l’anno scorso dall’Eurogruppo per ridurre il debito della Grecia, con la prima rata a metà del 2014, ma a condizione che la Grecia rimanga nella giusta direzione con il suo programma economico, ci aspettiamo che sia l’Eurogruppo a riaffermare questo contesto”.
NEL PAESE
Nel frattempo il Paese arranca: il ceto medio sta scivolando verso sacche di indigenza come dimostrano migliaia di condomini che rinunciano all’approvigionamento del combustibile per il riscaldamento, l’aumento esponenziale dei caminetti nuovamente accesi in città e villaggi (con l’aumento dell’inquinamento), la ridotta circolazione automobilistica per via della benzina verde a due euro, l’allarme sanitario con cittadini che rinunciano alle visite specialistiche evitando di fare prevenzione, i casi segnalati dalle organizzazioni mediche di bambini che vanno a scuola denutriti. Mentre le privatizzazioni hanno sempre più il sapore di svendite di Stato (o regali agli amici, come osserva più di un commentatore): basti pensare al miliardario Melissanidis, fresco proprietario del Totocalcio ellenico (l’Opap) come unico partecipante all’asta, che qualche giorno dopo l’acquisizione ha ospitato sul suo jet privato il Presidente del Taiped, l’Ente Nazionale per le Privatizzazioni creato per volontà della troika. E che, immortalato dalla hostess di bordo in uno scatto poi finito su facebook, si è dovuto dimettere. Ma senza invalidare quella dismissione.
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