Non solo numeri. Prometeia e Oxford Economics hanno provato a mettere nero su bianco il contributo di Finmeccanica all’economia italiana e inglese. Lo studio è stato presentato ieri presso il Centro Studi Americani a Roma dall’ad e dal presidente del gruppo di piazza Montegrappa, Alessandro Pansa e Giovanni De Gennaro.
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All’appuntamento erano presenti tra gli altri il ministro della Difesa, Mario Mauro, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e quello della Commissione industria del Senato, Massimo Mucchetti (Pd).
L’iniziativa è stata un modo per catturare l’attenzione di governo e opinione pubblica sul comparto industriale a maggiore valore aggiunto nell’alta tecnologia.
Un settore, quello di aerospazio, difesa e sicurezza, capace di stabilire un forte legame tra ricerca, presenza industriale, visione di lungo periodo e ricadute sul sistema economico in generale, si sottolinea nella ricerca.
Un po’ di cifre? Il gruppo Finmeccanica incide per il 12.2% del totale delle spese in R&S del sistema imprenditoriale, ma quel che più conta è che per ogni euro di cui Finmeccanica beneficia grazie alle proprie attività di R&S, il resto del sistema produttivo e sociale italiano beneficia di ulteriori 1-2 euro. In altre parole, si può stimare che la sola R&S di Finmeccanica, agli attuali livelli, nell’arco di 20 anni produrrà un aumento cumulato (a fine periodo) del Pil potenziale italiano pari all’1.7%.