“Il Movimento Cinque Stelle è l’altra faccia di un sistema politico impallato e scassato dall’inerzia degli ultimi venti anni. Inutile sperare che la meteora sparisca lasciando solo una piccola scia o che le sconcertanti semplificazioni del comico-politico lascino insoddisfatti cittadini dai gusti raffinati”. All’indomani del terzo V-Day di Genova che ha rilanciato la battaglia di Beppe Grillo contro l’Unione monetaria europea e l’oligarchia partitica italiana, si apre così l’editoriale “L’antipolitica corre verso Bruxelles” scritto lunedì 2 dicembre per La Stampa da Elisabetta Gualmini, professoressa di Scienza politica all’Università di Bologna e presidente dell’Istituto “Carlo Cattaneo”. È con lei, autrice con Piergiorgio Corbetta del libro “Il partito di Grillo” edito da Il Mulino che Formiche.net tenta di fare luce sull’identità profonda e sulle prospettive del fenomeno M5S. Soprattutto ora che non è più l’unica forza di rilievo a incarnare l’avversione all’Europa dell’austerità a trazione germanica e ai rigidi vincoli di bilancio comunitari.
Con il passaggio di Forza Italia nell’opposizione al governo e al Fiscal Compact, Grillo muterà le sue proposte di politica europea?
Ritengo che il leader Cinque Stelle alzerà ancor più i toni contro i parametri finanziari comunitari, sparandola sempre più grossa degli altri gruppi con matrice euro-scettica: Forza Italia e Lega Nord. Non a caso è soltanto lui a richiedere un referendum abrogativo sull’adesione alla moneta unica, escluso per i trattati internazionali dall’articolo 75 della Carta fondamentale. Lo fa per ottenere clamore e accrescere il consenso. Allo stesso fine ha improntato la proposta di mettere in stato d’accusa il Presidente della Repubblica per alto tradimento e attentato alla Costituzione. Un obiettivo irrealizzabile visto che richiederebbe l’approvazione della maggioranza assoluta del Parlamento.
Grillo unisce la lotta contro la tecno-burocrazia Ue e un neo-ambientalismo sostenibile. È solo camaleontismo o un progetto genuino di un’altra Europa?
Il tentativo di andare oltre destra e sinistra tenendole entrambe nella propria proposta politica è un progetto deliberato e non casuale. È il cuore del messaggio populista parlare a tutti prescindendo dalle famiglie ideologiche di provenienza, per puntare diretto alla pancia e agli istinti dei cittadini. Altrimenti non si spiega come Grillo coniughi la polemica contro le organizzazioni sindacali e la difesa oltranzista della gestione pubblica dell’acqua. I suoi tre cavalli di battaglia li declina a seconda dei contesti: la lotta contro la Casta e per moralizzare la politica, l’anti-europeismo con cui si rivolge all’elettorato di destra, l’ambientalismo per conquistare la sinistra movimentista. Riesce così ad attraversare le classi sociali a favore dell’appello diretto e senza intermediazione al “popolo-nazione”. Che possiede un’identità da salvaguardare con il ricorso a misure protezioniste.
A quale forma storica di populismo si avvicina la visione e il comportamento del M5S?
A differenza di Forza Italia e del Carroccio, il populismo della formazione guidata da Grillo presenta tratti innovativi: una completa trasversalità e un evidente interclassismo. Non è possibile assimilarlo a una destra o una sinistra populiste. Perché il comico ligure ha raccolto grande consenso da ogni punto di vista: età, fasce sociali, aree geografiche.
Oltre al voto europeo del 2014 vede nelle future elezioni italiane il terreno propizio per un nuovo successo delle Cinque Stelle?
È arduo oggi fare previsioni, viste le incertezze che ruotano attorno alla scadenza della legislatura. Grillo mantiene un alto livello di consensi grazie al malcontento verso un governo frutto dell’accordo fra partiti diversi che non ha rivelato capacità di riforma. Quanto più l’esecutivo delle “strette intese” riuscirà a cambiare tanto più calerà il peso del M5S. Mentre il voto per il Parlamento di Strasburgo, regolato da un meccanismo proporzionale che favorisce le singole identità e spinge a gareggiare da soli oltre a costituire un’elezione secondaria che tende a punire il ceto politico tradizionale e al potere, rappresenta la cornice ideale per un’ottima affermazione del Movimento. Che verrà inoltre favorita dall’euro-scetticismo diffuso.
Il M5S è destinato a restare unito nei prossimi mesi?
Era del tutto insensato parlare di meteora delle Cinque Stelle ed enfatizzare le 7-8 fuoriuscite, molto inferiori alle aspettative. Il partito sta mostrando coerenza rispetto al messaggio iniziale di forza di opposizione che fa da pungolo su precise battaglie. E i risultati sono eloquenti, a partire dal pressing continuo sul voto palese e sul rispetto dei tempi riguardo la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Certo, da qui a svolgere un ruolo di governo ne passa. Nel medio periodo forse non avrà i numeri roboanti di oggi, ma penso che continuerà a esercitare una funzione preziosa nella vita parlamentare.