“Qui si formava sempre una fila lunghissima di gente”. Jo Buitendach è la guida in un tour speciale per le strade di Johannesburg: una visita ai luoghi simbolo della lotta all’apartheid e della vita di Nelson Mandela: sudafricani e turisti accomunati dalla voglia di imparare la ascoltano. Prima tappa l’ufficio passaporti, dove i neri ricevevano i documenti da portare sempre con loro: Mandela da avvocato si occupava soprattutto di problemi legati a questi pass. Il tour si articola in tappe, si passa per i graffiti sui palazzi e per la Chancellor House, dove Mandela e il collega Oliver Tambo avevano l’ufficio da avvocati: quella vetrina è diventata un museo.Davanti alla Magistrate’s Court ci si imbatte in una statua di Mandela in stile boxeur, a simboleggiare la sua lotta anti-apartheid: qui come ricordo si lascia una protea, simbolo del Sudafrica. “Moltissime persone furono portate qui – spiega Jo al suo grupponella vecchia John Vorster Square, dove oggi c’è il commissariato centrale di polizia – perché facevano troppe domande. Otto furono uccise, ma allora si diceva che fossero morte scivolando sulle scale o cadendo fuori dalla finestra. Tutti sapevano che chi finiva qui spariva o moriva”. È lei stessa a spiegare il senso del tour: “Le persone vanno a Robben Island per capire la lotta di Mandela, ma tutto ciò che lui ha fatto e che l’ha portato in prigione è successo qui, soprattutto a Soweto e in città. Per raccontare chi sia davvero Mandela bisogna venire qui”.(immagini Afp)
Mandela, viaggio nei luoghi simbolo dell’apartheid
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