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Caro Renzi, non inseguire Grillo e basta smottamenti a sinistra. I consigli di Fioroni

Beppe Grillo? Fa una specie “di rinnovamento da gattopardismo, per poi alla fine lasciare tutto com’è”, dice l’ex ministro dell’Istruzione e anima popolare del Pd Beppe Fioroni, secondo cui pensare di mettere in piedi un ponte per tentare un’intesa col M5S “sarebbe follia”.

Matteo Renzi “gioca” sul terreno di Beppe Grillo: crede che giovi alla strategia del Pd?
Credo che Renzi giochi a fare cadere la maschera di Grillo, dal momento che il leader dei Cinque Stelle parla ma poi non produce fatti e fa di tutto per non assumersi la responsabilità di cambiare. Una specie di rinnovamento da gattopardismo, per poi alla fine lasciare tutto com’è. La sfida di Renzi si deve leggere in questo modo.

Esclude la possibilità di un tentativo di dialogo?
Voglio escludere totalmente che Renzi possa, nelle parole della sfida, pensare di mettere in piedi un ponte per tentare un’intesa col M5S: sarebbe la follia. E siccome non penso che Renzi sia folle, mi auguro che questa strada non sarà percorsa. Poi è chiaro che ha anche interesse a mettere un po’ di sale nelle decisioni sulla legge elettorale, ma tutti noi sappiamo (Renzi in primis) che l’alleanza con Grillo ha una sola risposta: no, grazie. E’ vero, come ripeteva Romano Prodi, che “competition is competition”, ma si tratta di una tipologia di populismo che porterebbe ad una competizione populista elevata al cubo. Sarebbe questo il vero danno per il Paese.

Nonostante Renzi abbia lasciato intendere di voler rompere la cinghia di trasmissione con la Cgil, come pesa lo scivolamento a sinistra nelle sue politiche come sulle unioni civili e i temi etici?
Matteo ha detto di voler esser ribelle e il miglior modo per esserlo credo sia riaffermare la rottamazione ma senza risultare discontinui con quei valori della storia che hanno sconfitto il comunismo da un lato e il turbocapitalismo dall’altro.La rivoluzione del personalismo cristiano credo sia il vero ribellismo di oggi: un qualcosa di molto laico che serve nella società contemporanea, nel mondo della globalizzazione. Anzi, proprio perché il mondo è così cambiato serve ancora di più, ciò che ci ricorda quotidianamente il magistero di Papa Francesco. Nel Pantheon ci si possono mettere i personaggi, mentre nella quotidianità vanno inseriti i valori che si praticano.

Quindi una questione di valori?
Si può essere ribelli ma utilizzando quei valori di riferimento che hanno cambiato il mondo e sono gli unici in grado di modificare la globalizzazione selvaggia. Per cui credo che da questo punto di vista sui temi etici il segretario non possa che accettare la libertà di coscienza, in quanto vita, morte e famiglia sono argomenti che asseriscono alla libera autodeterminazione della coscienza del singolo individuo. A nessuno, tantomeno a Matteo per la cultura che ha, mi auguro venga in mente che con il voto delle primarie si possa cambiare la propria idea su aborto o eutanasia. Detto questo il dibattito fra noi continuerà ma spero con reciproco arricchimento.

Vede uno scivolamento a sinistra?
É ciò che gli chiedo, da tempo, di non fare; ciò che, proprio per rispetto del Pd, non hanno fatto in passato i segretari di sinistra. Per cui non credo che un segretario proveniente da una storia non di sinistra possa farlo a cuor leggero.

Quali le prospettive europee del Pd a trazione renziana? C’è ancora il rischio della grande famiglia europea del Pse?
In Parlamento abbiamo scelto di cambiare il gruppo del Pse e farlo diventare il gruppo dei Progressisti democratici e socialisti, in quanto si tratta di un campo di definizione ampio. Ieri lo ha ben sottolineato Matteo invocando la pace tra politica e italiani.

Il patto 2014 che chiede Enrico Letta cosa dovrebbe prevedere per evitare le urne che, invece, andrebbero bene al neo segretario?
Le urne vanno comode non so a chi, ma vanno scomode all’Italia e agli italiani. Difficile in un momento di tensione sociale, con populismi presenti da una parte con Berlusconi e dall’altra con Grillo, pensare di votare senza aver risolto le emergenze nazionali e le riforme. Ecco il vero nodo, oltre al tema della nuova legge elettorale che, mi auguro, preveda le preferenze, in quanto il cittadino sceglie solo se indica un nome, oltre a investimenti seri nell’ambito della scuola, dell’università e della ricerca, oltre a innovazioni nel campo occupazionale. In sostanza, credo ci siano elementi sufficienti perché il governo operi. In questo dovremmo fare come i tedeschi.

Ma non li abbiamo già imitati con la grande coalizione?
Loro non hanno messo una data di scadenza, ma hanno indicato una serie di punti che devono essere realizzati. Sono del parere che se vogliamo che un governo faccia, non serve dargli una scadenza, in quel caso lo faremmo diventare scaduto prima del termine.

twitter@FDepalo



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