Il mondo dei mezzi aerei a pilotaggio remoto (APR) vive una fase di fermento. Poche settimane fa l’Ente Nazionale Aviazione Civile (Enac) ha deliberato – con l’Italia tra i primi Paesi in Europa – il regolamento che norma l’utilizzo dei cosiddetti droni. Un atto necessario a dare il via ad un mercato potenzialmente ampio, in forte espansione e nel quale le piccole e medie imprese italiane vogliono ritagliarsi una fetta di rilievo. A spiegarlo in una conversazione con Formiche.net è Paolo Marras, presidente di Assorpas, associazione che riunisce la filiera del mondo dei droni italiani.
Presidente, chi riunisce e cosa fa l’Assorpas?
Assorpas è l’associazione italiana che aggrega le imprese operanti nel settore dei piccoli velivoli a pilotaggio remoto (micro e mini UAV o, in italiano APR, altrimenti detti “droni”). È un’associazione di filiera che unisce produttori, operatori e centri di ricerca.
Con quali numeri?
Tra associati e richieste pendenti contiamo al momento circa 70 soggetti. Numeri veri e propri sul fatturato e gli occupati delle aziende rappresentate non li abbiamo ancora, ma abbiamo recentemente lanciato un sondaggio per avere alcuni dettagli qualitativi sui nostri associati, come ad esempio la loro distribuzione geografica. È emerso che per la maggior parte si trovano al nord e che il settore è caratterizzato da piccole aziende che hanno la peculiarità di avere forti competenze e capacità di innovazione, ma con un background non prettamente aeronautico. Questo è un elemento chiave per capire alcune difficoltà nel processo normativo di questo settore e per comprendere le esigenze di chi lavora e lavorerà nel settore; un mercato determinato da prodotti piccoli, generalmente al di sotto dei 10 kg.
L’Enac ha da poco pubblicato un regolamento per i Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto. L’Assorpas ha contribuito alla sua stesura affidando alcuni suggerimenti. Come valuta il regolamento nel suo complesso?
Siamo convinti che la pubblicazione del Regolamento, e la conseguente nascita di un mercato regolamentato, costituisca una milestone per il settore degli APR in Italia, rappresentando una garanzia di sviluppo nel rispetto delle regole e della sicurezza.
Il Regolamento, di cui condividiamo i principi, è tuttavia solo il primo passo del percorso normativo e sarà seguito (come più volte anticipato da ENAC) da una Circolare Attuativa e dalle Linee Guida. Saranno questi ulteriori livelli di regolamentazione a determinare in maniera concreta le modalità di evoluzione del mercato e la gestione del periodo di raccordo tra la situazione attuale e il futuro.
Ma che cosa chiedete in concreto?
Riteniamo che chi opera nel settore possa e debba dare un fattivo contributo in termini di efficacia e condivisione alle fasi finali di questo percorso. Per questo, a nome della comunità che rappresentiamo, in linea con le nostre Linee di Azione Strategica e con quanto emerso durante il nostro incontro di presentazione di Settembre presso le Direzioni interessate, Assorpas ha chiesto ad ENAC di partecipare – fornendo il proprio contributo – anche alle fasi attuali del processo di regolamentazione, concentrato sulla definizione degli aspetti attuativi della Normativa Nazionale.
Ma sono stati accolti i vostri suggerimenti?
Per quanto riguarda la prima fase posso dire che sono stati accolti i suggerimenti di rendere la bozza più chiara e asciutta; mentre non sono stati accolti – ma non è escluso che lo saranno in futuro, attraverso una revisione della normativa complessiva – i commenti sull’estensione di quota dei velivoli più leggeri, ora in contrasto con l’area di volo destinata agli ultraleggeri. Un’anomalia che non riscontriamo in altri Paesi.
Molti analisti prevedono che il settore sarà in forte espansione. In quali campi prevede il boom dell’utilizzo degli APR?
Da un lato ci sono applicazioni più futuribili che future, come quelle annunciate da Amazon negli scorsi mesi e che difficilmente rappresenteranno un vero mercato nei prossimi anni. Dall’altro ci sono invece ampi spazi in tutti quei campi che possono semplificare lavori di controllo o manutenzione che oggi o non vengono fatti o sono svolti da esseri umani in modo pericoloso. Penso al monitoraggio di linee elettriche effettuati da esseri umani su elicotteri, al controllo di zone inquinate, alla rilevazione di problematiche ad infrastrutture e molto altro ancora. In questi frangenti lo sviluppo degli APR è assicurato e creerà anche nuova economia e posti di lavoro.
C’è però chi intravede rischi per la sicurezza. Il presidente dell’Enac Vito Riggio ha spiegato che si tratta pur sempre di velivoli, soggetti pertanto ad avarie e cadute. Come ritiene questi allarmi?
Ritengo che i cittadini e gli enti preposti facciano bene a richiedere la massima rigidità sulle norme che riguardano la sicurezza, soprattutto in ambiti come quello della consegna di oggetti a domicilio. Sebbene possibili da un punto di vista meramente tecnico, questi servizi non possono essere erogati per problemi strutturali all’interno delle città che rendono al momento impossibile minimizzare i rischi di collisioni e incidenti. E per evitare questi problemi è stata prevista la norma che costringe a pilotare gli APR a vista; norma che allo stato attuale condividiamo.