Un’occasione positiva che apre il futuro di Fiat a scenari mondiali, nella consapevolezza che non sarà sufficiente ragionare su stabilimenti e modelli ma andrà compiuto un passo in avanti anche sul piano “ideologico”. E’ la fotografia dell’accordo con cui Sergio Marchionne ha conquistato il 100% di Chrysler scattata per Formiche.net da Rocco Palombella, segretario generale della Uilm che alla Fiom manda a dire che…
Come valuta l’accordo Fiat-Chrysler?
Un fatto estremamente positivo, come dimostrano anche le reazioni dei mercati.
E sul piano sindacale?
Si offre una dimensione altra ad un’azienda che, oltre ad avere una dimensione nazionale, si apre al mondo. E soprattutto con una mente che sia dislocata in Italia: quindi un’azienda italiana che acquista una grande azienda americana. Un passaggio che dal punto di vista dell’economia di scala e delle produzioni di autovetture non può che essere un fatto positivo.
Quali i riverberi per gli stabilimenti italiani?
Non so se qualcuno se ne è accorto, ma Fiat negli ultimi anni ha mutato la propria fisionomia e noi come parti sociali credo abbiamo contributo a questa trasformazione. Mentre fino a prima Fiat aveva solo dei modelli di fascia A e B, con qualche problema sulle gamme alte (tranne quelle altissime come la Ferrari), adesso si è meglio strutturata su due grandi segmenti. Il primo con Panda e 500, il secondo con Maserati. Quest’ultima, assieme alla Ferrari, è la gamma in cui Fiat punta molto.
In quale prospettiva?
Il mercato non può che essere quello europeo e mondiale, non italiano. Quindi ritengo che l’acquisizione di Chrysler aprirà per l’Italia delle prospettive utili. Non dimentichiamo che il solo bacino europeo è insufficiente per le produzioni dei nostri stabilimenti, quello mondiale invece può dare la possibilità di poter produrre nei poli Fiat sia eccellenze che fasce medio basse. Ragion per cui vedo questo passo come un’opportunità veramente significativa.
E adesso quale dovrebbe essere il prossimo passo?
Ci aspettiamo sin da questo mese la possibilità di conoscere quali potranno essere i risvolti futuri anche alla luce della discussione sul nostro contratto integrativo. L’ultimo incontro è stato lo scorso 20 dicembre, su cui ci aspettiamo un cambiamento dell’atteggiamento da parte della Fiat. Non dimentichiamo che quello italiano resta un mercato interessante, oggi anche alla luce di questa operazione finanziaria e industriale che si è conclusa.
Ma non ha punti deboli l’accordo?
Il possibile punto debole è che Fiat non ritenga l’Italia il cuore pulsante della direzione e scelga invece un’altra sede che ospiti il “cervello”. Questo potrebbe essere il rischio che noi dovremmo evitare, tentando di rilanciare le produzioni. Ecco l’unica logica con cui è possibile scongiurare tale pericolo.
Qual è il reale stato di attuazione dei contratti aziendali (non firmati da Fiom) in Fiat?
Il 31 dicembre scorso è scaduto il contratto nazionale di lavoro, che nei prossimi giorni contratteremo con Fiat. C’è poi quello integrativo che non abbiamo ancora rinnovato da diversi anni, mi auguro che l’accordo per Chrysler sia di buon auspicio. Fiom non ha siglato quello nazionale, ha dichiarato di volersi sedere al tavolo ma non ha mostrato volontà di riconoscere gli accordi già firmati, che tra l’altro sono propedeutici per il prosieguo delle cose. Si è cercato purtroppo di demonizzare i contratti che abbiamo firmato, ritenendo Fiat già fuori dall’Italia.
Non è così?
Noi invece riteniamo che con gli investimenti realizzati con quest’ultima operazione industriale accada l’esatto contrario. Ci auspichiamo che la Fiom dagli annunci e dalle condizioni di principio passi ad assumersi le proprie responsabilità, così come noi abbiamo fatto: per il Paese e nei confronti di questo grande gruppo industriale.
E nel caso in cui Fiat spostasse quel cervello lontano da Torino?
Si tratta di un pericolo che abbiamo già seriamente corso.
Come mai Renzi che non ha lesinato parole di apprezzamento verso Marchionne ora tesse quasi un elogio di Landini, tra i più tosti avversari di Marchionne?
Renzi sta giocando una sua partita nel voler recuperare un rapporto con Landini. Sul piano dell’immagine ciò è già accaduto, ma sono convinto che non lo recupererà sul piano sostanziale. Quando inizierà a parlare di fatti concreti ecco che le distanze con Landini si allargheranno. E ognuno tenterà di utilizzare l’altro per fini pubblicitari. La prospettiva di Landini è di uno scontro frontale con Marchionne sugli accordi che noi abbiamo raggiunto per far diventare la Fiat maggiormente competitiva. Fino ad oggi Renzi ha dimostrato la propria concretezza, apprezzando chi scommette sull’Italia: e questo Fiat l’ha fatto. Adesso ha un po’ frenato ma quando Landini batte sulla legge per la rappresentanza dice una sciocchezza.
Perché?
Sulla base di due accordi dello scorso anno la rappresentanza è stata già regolata: a cosa serve invocare un’altra legge quando esistono già gli accordi interconfederali? E’ solo una questione di principio.
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