Smentire i danni provocati dal riscaldamento climatico è un’impresa che muove capitali e mette a rischio la democrazia. Lo dimostra uno studio pubblicato dalla rivista Climatic Change e realizzato dal sociologo americano Robert Brulle della Drexel University di Filadelfia secondo il quale think tank, fondazioni e associazioni di negazionisti hanno sborsato quasi un miliardo di dollari l’anno (circa 660 milioni di euro) nel periodo compreso tra il 2003 e il 2010.
L’autore parla di un vero e proprio “movimento contro il cambiamento climatico”: “Non sono solo un paio di individui disonesti a far questo – dichiara Brulle – . E’ uno sforzo politico su larga scala”.
LO STUDIO
Brulle ha identificato 91 organizzazioni impegnate nel tentativo di diffondere sui media il loro scetticismo in modo sistematico nei confronti di ogni azione politica mirata a contrastare il riscaldamento globale. Poi ha cercato di rintracciare i principali finanziatori analizzando la documentazione disponibile dalla quale è emerso che tra il 2003 e il 2010 sono stati forniti a queste organizzazioni oltre 900 milioni di dollari ogni anno.
CHI PAGA
Il denaro per sostenere tali organizzazioni sembrerebbe provenire da fondazioni filantropiche, “per la stragrande maggioranza conservatrici”, tra cui quelle create dalle grandi famiglie che hanno fatto fortuna nei settori minerario, bancario e petrolifero.
ALCUNE LACUNE
Lo studio di Brulle pubblicato sulla rivista Climatic Change offre l’esposizione più completa mai data delle forze politiche e finanziarie che bloccano l’azione americana sul cambiamento climatico. Eppure secondo il Guardian ci sono grandi lacune. Partendo dalle ammissioni dello stesso Brulle il quotidiano britannico sottolinea come non sia sempre stato possibile separare i fondi designati esclusivamente per il cambiamento climatico dai bilanci complessivi.
I RISCHI PER LA DEMOCRAZIA
Lo studioso mette in guardia da questo meccanismo di distorsione della democrazia: “Lo studio dimostra come persone fisiche o giuridiche ricche traducano il loro potere economico in potere politico e culturale”, ha detto Brulle. La distorsione avverrebbe arruolando persone per scrivere libri o commentare in televisione che il cambiamento climatico non sia un fenomeno reale.