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Riforma elettorale: una Waterloo per Matteo e il Cavaliere?

L’ inconcludenza, l’incompetenza, l’ignoranza accompagnate alla tracotanza, alla prepotenza, alla protervia dei vari personaggi che si stanno esibendo fuori e dentro il Parlamento per approvare la riforma elettorale dimostrano in modo evidente che la legge in elaborazione è il rimedio peggiore del male(Porcellum) una superporcheria, fatta apposta per pochi pseudo-partiti. Stanno compiendo abusi e soprusi, almeno nelle intenzioni fino ad oggi esplicitate. Vogliono costruire un mostro, un ircocervo elettorale:  una legge ignobile che consente ad una minoranza  di essere maggioranza fittizia e impossessarsi del potere. C’è qualche manuale che tratta di leggi elettorali e sostiene che una minoranza conclamata possa diventare maggioranza e governare? Spiegateci in quale paese del mondo democratico occidentale succede una cosa del genere. Sturzo nel 1953 quando il suo amico De Gasperi scelse di riformare la legge elettorale, assegnando un premio di maggioranza ai partiti che avessero superato la soglia del 50%, quindi, maggioranza reale, non esitò ad attaccarlo, criticandolo aspramente, in pubblico e in privato, ritenendo quel marchingegno  inaccettabile giuridicamente e moralmente. Il prete siciliano valutava le vicende elettorali non assimilabili a delle gare sportive o di altro genere, per cui si potesse pensare a qualche riconoscimento premiale. Consigliava piuttosto di cambiare le regole elettorali pur di evitare lo sconcio del premio di maggioranza. La proposta di legge in discussione in queste ore, che prevede il raggiungimento di una soglia del 35%(37) per ottenere un premio di maggioranza del 18%(15) è semplicemente scandalosa e contro la libertà del popolo italiano. Si ritorna all’assurdo della legge Acerbo, di mussoliniana memoria del 1924: la lista che avesse raggiunto il 25% dei voti avrebbe conquistato il 75% dei seggi alla Camera dei deputati.
Non c’è la capacità di ottenere il consenso degli elettori democraticamente, liberamente e ci si affida ai trucchi per vincere le elezioni. Con tali arzigogoli viene snaturato il significato del voto e non rispettata la volontà popolare. Formalmente e legalmente si ha una maggioranza che governa, ma nella sostanza delle cose la maggioranza dei cittadini non è rappresentata dalla maggioranza fittizia al potere. Il tutto vergognosamente tra sorrisi, frizzi e lazzi di giornalisti televisivi e della carta stampata, sempre pronti a tuonare contra la casta e a schierarsi con l’antipolitica, realizzando pure lauti guadagni con le loro pubblicazioni sull’argomento, ma mai sensibili a disturbare il manovratore sul corretto funzionamento delle regole democratiche. Silenzio tombale sull’argomento in discussione da parte di questa gente cinica e senza scrupoli.
L’altro punto sotto i riflettori è quello delle preferenze da esprimere per scegliere i candidati. Incominciamo col dire che le preferenze non sono il male assoluto, e non sono state mai abolite, tanto è vero che si vota con questo meccanismo in tutte le altre competizioni: elezione dei rappresentanti delle Regioni e delle autonomie locali, del Parlamento europeo, solo gli esponenti delle province vengono eletti con l’uninominale. Neppure i referenda di Mario Segni abrogarono le preferenze, infatti, vennero ridotte: da multiple ad una soltanto. Tanti improvvisati azzeccagarbugli(professori, cosiddetti esperti in sistemi elettorali, parlamentari, giornalisti) stanno sostenendo che le preferenze non possono essere previste dalla legge, perché favorirebbero al Sud lo scambio politico-mafioso. A parte il fatto che questo scambio elettorale politico-mafioso esiste anche al Nord come abbiamo saputo più volte dalle cronache, ma dove sta scritto che bisogna criminalizzare un meccanismo elettorale solo perché alcuni lo usano in maniera distorta e illegale? E’ la stessa cosa di dire: poiché con le automobili si fanno incidenti che mettono a rischio la vita della gente eliminiamo le automobili. Demenziale e speciosa giustificazione per neutralizzare i sostenitori delle preferenze con il proporzionale: il sistema quanto più democratico possibile. La verità è invece un’altra. Berlusconi e Renzi non potranno controllare un bel niente con la tecnica delle preferenze, perché non c’è certezza di chi verrà eletto. Sarà  allora difficile per i due venditori di chiacchiere e di fumo avere gruppi parlamentari silenti e obbedienti, pronti solo ad alzare la mano per grazia ricevuta…dal capo. Chiaro?
E allora Matteo e il Cavaliere, per evitare che la legge elettorale possa per loro rappresentare una vera e propria Waterloo, farebbero bene a rinsavire e ad avere un momento di resipiscenza, accordandosi con gli altri partiti sulla possibilità di ripristinare durante il percorso legislativo sani principi democratici e pluralisti e un corretto rapporto tra eletto ed elettori in una democrazia matura, sana, non alterata.



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