“Costruire un contenitore politico per unire il 65% degli italiani non di sinistra”. Vent’anni fa era questo il ritornello che ripeteva Pinuccio Tatarella, ministro delle Telecomunicazioni e vicepremier nel primo governo Berlusconi, ma soprattutto testa pensante del Msi prima e della svolta di Fiuggi poi, che inseguiva l’idea di un contenitore che andasse dal centro alla destra, così come poi furono le esperienze della Casa delle Libertà e del Polo. Mercoledì 5 febbraio, a tre lustri dalla sua scomparsa, un simposio proprio tarato sull’idea di Centro Destra nella Terza Repubblica, potrebbe nelle intenzioni rappresentare un nuovo inizio?
(STORACE, LA RUSSA E MELONI. TUTTI I DESTRI ATTRATTI DA PIZZI)
RICOSTRUIRE
Al Tempio Adriano di Roma giovedì 5 febbraio, in onore di Pinuccio Tatarella, si ritroveranno una serie di esponenti che in qualche modo furono accomunati dall’idea tatarelliana di “oltre il Polo”. Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa, ieri colonnelli sotto An e oggi divisi (uno in Fi e l’altro con la Meloni in Fratelli d’Italia); il leghista Roberto Maroni, oggi governatore lombardo; Italo Bocchino, fino allo scorso anno finiano protagonista del fallimento di Futuro e Libertà. E accanto a loro i nuovi interpreti di oggi, come il leader del NcD Angelino Alfano, il ministro Mario Mauro numero uno dei Popolari per l’Italia. Tutti accomunati dal non essere di sinistra e dall’anelare, almeno ideologicamente, ad un contenitore di centrodestra (su questo i popolari di Mauro non hanno una posizione univoca e nemmeno condivisa). Ma come strutturare quest’area all’indomani dell’accordo sull’Italicum?
(ECCO CHI C’ERA ALLA RESURREZIONE DI ALLEANZA NAZIONALE)
ITALICUM
Proprio la nuova riforma elettorale, che in qualche modo ricostruisce una direzione di marcia bipolare, potrebbe essere il collante per cementare uno schieramento ultrapopolare così come osservato nei giorni scorsi proprio da Gasparri in una intervista a Formiche.net, secondo cui “è realistico immaginare uno schieramento che spazi da Alleanza nazionale-Officina per l’Italia al Carroccio fino a Casini”. Un sistema elettorale “positivo perché si sa con certezza chi vince”, commenta Francesco Storace, leader de la Destra e fra i promotori del Movimentoxlalleanzanazionale, “e il giorno dopo delle elezioni si sa chi governa”. In secondo luogo non ci saranno più le larghe intese, “saranno solo un’eccezione e non la regola”.
(IL “VENTENNIO” DI FINI VISTO DA PIZZI. TUTTE LE FOTO)
CONVEGNO E DUBBI
“Un convegno un po’ curioso”, lo definisce Storace, secondo cui come può lavorare alla ricostruzione del centrodestra “Italo Bocchino, tra i campioni della rottura col Pdl di Fini nel dicembre 2010? Mi sembra difficile che riesca a costruire il centrodestra della Terza repubblica dopo che ha tentato di annientare quello della seconda”. Una “tavolata a cui si aggiunge anche Alfano, che alla fine della Seconda repubblica sta sostenendo il governo Letta con il Pd”. Storace invita a riflettere sul logo presente nei manifesti, dove il simbolo di Fratelli d’Italia contiene anche la dicitura Alleanza Nazionale, “una furbata di La Russa anche perché il congresso di Fdi ancora non c’è stato: e come mai usano già un altro nome?”.
(CHI C’ERA ALLA RIFONDAZIONE DI FORZA ITALIA CON BERLUSCONI. LE FOTO DI PIZZI)
RAMOSCELLO DI ULIVO?
Eppure le posizioni nei confronti dei Fratelli d’Italia sembravano aver registrato un ammorbidimento nei giorni scorsi, complice uno scambio epistolare proprio tra Storace e Meloni. “Non ho alcun dubbio che con Giorgia si possa fare un percorso insieme – aggiunge l’ex governatore del Lazio – tanto è vero che il prossimo 16 febbraio ho convocato il Comitato centrale
alla vigilia delle loro primarie: voglio convincere il mio partito a riprendere il discorso sul simbolo”.
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