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Tutti i numeri di PricewaterhouseCoopers sull’F-35

Ancora numeri sul caccia di quinta generazione F-35. Stavolta a darli è PricewaterhouseCooper-Italy (PwC-Italy) che, per conto di Lockheed Martin (nei giorni scorsi in Italia per sostenere il programma), ha elaborato un rapporto sull’impatto economico del JSF nel nostro Paese, che intende acquisirne 90 unità nelle versioni convenzionale e a decollo verticale. Le cifre presentate da PwC si concentrano soprattuto su ritorni economici ed occupazionali.

LE STIME SUI RITORNI ITALIANI

Il rapporto condotto su osservazioni dirette e modelli economici, indica in circa 15,8 miliardi di dollari il ritorno economico complessivo per l’Italia fino al 2035, ovvero una media di 540 milioni di dollari per ogni anno di attività, e in circa 14,6 miliardi di dollari le opportunità per le aziende nazionali coinvolte nel programma. A fare la parte del leone le ali del caccia, prodotte a Cameri da Alenia Aermacchi, con ritorni stimati sui 6,8 miliardi di dollari per tutto il programma F-35. “I benefici maggiori – si legge nel rapporto – si raggiungeranno solo dopo il 2016”, quando la quasi totalità degli investimenti per supportare la produzione sarà completata, “mentre il ritorno economico fino al 2014 sarà dell’ordine del 3-4%”.

I NUMERI SUI POSTI DI LAVORO

Passando all’occupazione, lo studio parla, tra posti di lavoro diretti e indiretti,  di 6.300 occupati nel periodo di massimo picco del programma (2018-2020), senza contare l’attività di “sustainment”, e di quasi 9.000 addetti includendo anche il sostegno alle flotte. In particolare, il programma JSF sosterrà per PwC-Italy una media di 5.450 posti di lavoro all’anno, indotto compreso, dal 2017 al 2026. Questi posti di lavoro saranno in una prima fase legati soprattuto alla produzione delle componenti del caccia, che sarà gradualmente sostituita dall’attività di maintenance, repair, overhaul (MRO&U).

PERCHE’ CAMERI E’ STRATEGICA

La FACO, continua PwC-Italy, passando ad analizzare nel dettaglio lo stabilimento di Cameri, è posizionata in maniera strategica per poter “acquisire ulteriore attività di assemblaggio, anche da Paesi non partner del programma”. A questo si aggiungerà il lavoro di riparazione, manutenzione, supporto logistico, retrofit e gestione della supply chain. Per il sustainment, effettuato a Cameri, Lockheed Martin prevede poi ulteriori 1.900 occupati diretti per tutta la durata del programma.

LE PREVISIONI SUGLI IMPEGNI ATTUALI

“Per ogni dollaro speso sul programma all’Italia ne rientrano 1,08 – sottolinea Lockheed Martin – ma è chiaro che questi calcoli sono dimensionati sull’acquisizione di 90 F-35 e che se l’impegno verrà ridimensionato (qualcuno ha parlato di acquisire 45 cacciabombardieri, ndr), anche i ritorni per l’industria italiana saranno ridotti di conseguenza”.

GLI IMPATTI DELLA SEQUESTRATION

Oltreoceano il programma ha subìto gli impatti della sequestration, ma Lockheed Martin si è detta fiduciosa di poter procedere secondo i piani, sia con la produzione sia con lo sviluppo del caccia. Secondo quanto riportato da Bloomberg poi, il Pentagono potrebbe ridurre da 42 a 34 il numero degli aerei da acquistare il prossimo anno a causa della riduzione del budget 2015 per la difesa. “Anche se la richiesta di F-35 per il 2015 sarà inferiore rispetto alle previsioni – si legge sulla stampa – il numero di aerei acquisti sarà in ogni caso superiore a quello per il 2014”.

ANCHE ALTRI SVILUPPERANNO CACCIA STEALTH

Intanto le Forze Armate americane continuano a ritenere l’F-35 prioritario per il Paese e a ribadire il proprio impegno sul programma. “Non siamo gli unici – ha dichiarato il capo dell’USAF, generale Mark Welsh in una recente intervista alla Cbs – ad aver capito che questa nuova generazione di aerei è fondamentale per la sopravvivenza nelle future battaglie aeree, lo hanno capito i cinesi, i russi e in futuro vedremo altri Paesi impegnati a sviluppare nuovi aerei stealth”. Sul fronte dei progressi operativi, il 19 febbraio scorso, due F-35B hanno volato per la prima volta in formazione in modalità STOVL (short takeoff/vertical landing). Il volo è servito a misurare gli effetti di un velivolo sull’altro e a validare la sicurezza delle operazioni in formazione della versione B. Confermato infine l’inizio della capacità operativa con il corpo dei Marines per il 2015. Sul fronte dell’export invece buone notizie potrebbero arrivare presto da Regno Unito, Turchia e Sud Corea.

 


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