Riconfermato alla guida dell’Unione di centro al termine di un testa a testa appassionante e aperto con Gianpiero D’Alia, Lorenzo Cesa ha concluso nell’Auditorium della Conciliazione di Roma i lavori del 4° Congresso nazionale della formazione centrista di ispirazione cattolica. L’ex parlamentare europeo, segretario dal 27 ottobre 2005 e giunto al secondo mandato, ha ribadito nel suo intervento finale le linee guida illustrate in apertura delle assise. Riproponendo temi e sfide che hanno animato un confronto congressuale vibrante fra tesi contrapposte.
(TUTTE LE FOTO DI UMBERTO PIZZI CHE SI AGGIRAVA AL CONGRESSO UDC)
OMAGGIO E RISPOSTE AGLI OPPOSITORI INTERNI
Accolto dagli applausi fragorosi dei propri sostenitori mescolati ai fischi dei supporter di D’Alia – segno di un’inquietudine e di una divisione persistente in un mondo percorso da conflitti non risolti – il segretario ha ringraziato il suo avversario interno, “che ha presentato con trasparenza e convinzione le sue proposte per il bene dell’UDC e dei moderati italiani”. Ribadisce l’amicizia e la consonanza ideale con Pier Ferdinando Casini. Saluta con riconoscenza Antonio De Poli, leader del partito in Veneto visibilmente commosso che con la rinuncia a sorpresa della propria candidatura ha riaperto la strada alla sua riconferma: “Avrebbe potuto essere un ottimo leader e con il suo gesto ha dato corpo alla politica come servizio”.
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LE PAROLE DI CESA
Parla di un congresso autentico di idee ed emozioni, in cui gli aderenti e i delegati sono venuti con convinzione a proprie spese e il personale in cassa integrazione oggi lavora pur non essendone obbligato. Assise da cui, spiega, l’UDC esce più forte e più unito. Mentre pronuncia queste parole aumentano le contestazioni provenienti dalla platea alle quali il segretario replica gridando: “Non accetto le tifoserie e non mi faccio intimorire da nessuno!” Auspica di riabbracciare presto i fucilieri di Marina prigionieri in India e ricorda “con il cuore più sollevato l’Ucraina che è uscita dalla brutale repressione governativa, le persone morte per l’Europa e la libertà, Yulya Timoshenko finalmente liberata e che aspettiamo al prossimo congresso del PPE”.
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LA TRAIETTORIA E GLI IMPEGNI DELL’UDC
Poi Cesa ribadisce l’appoggio convinto al governo Renzi, di cui elogia il riconoscimento del ruolo dell’UDC pur esprimendo il rammarico per la mancata riconferma di Mario Mauro, “ottimo responsabile della Difesa”. Ai Popolari per l’Italia prospetta la prosecuzione del percorso per costruire liste comuni in vista del voto europeo, e conferma la collaborazione promossa anche con il Nuovo Centro-destra per la creazione del PPE nel nostro Paese. Perché è questo, spiega, lo spazio che naturalmente appartiene all’Unione di centro e che deve essere riconquistato per tornare a incidere, per contendere il governo alla sinistra senza genufletterci a nessuno nel campo moderato e senza cedere ai populismi.
L’ORGOGLIO DC
Rivendicando in sintonia con Ciriaco De Mita l’orgoglio democristiano nei confronti delle nuove generazioni al governo, il segretario prospetta le priorità su cui l’UDC focalizzerà le proprie energie: cambiare il Titolo V della Costituzione, ridurre le soglie di accesso in Parlamento previste nella futura legge elettorale, “inaccettabili perché annullano il voto di milioni di persone a favore di partiti che sfiorano il 4,5 per cento dei suffragi”, reintrodurre le preferenze.
L’ANNUNCIO DI D’ALIA
Terminato l’intervento, cala il sipario. Sul palco si abbracciano tutti, ma D’Alia è chiaro: “Non vi sarà nessuna gestione corale del partito. Lavoreremo per la sua unità ma rappresenteremo l’alternativa al gruppo dirigente uscito vincitore per 7 voti”.
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