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I Popolari: una presenza indispensabile

E’ urgente costruire un partito che faccia riferimento al “popolarismo”, cultura politica tuttora apprezzata e valida, per organizzare le varie espressioni che guardano a disegni riformatori sia in campo politico che economico. Non esistono più forze politiche ispirate culturalmente ed eticamente. E’ ignoto l’ubi consistam di PD, Forza Italia, Ncd, SC, che avendo forse vergogna della loro storia o della loro non storia cercano di camuffarsi dietro genericità e anonimato. E’ così soprattutto per chi proviene da esperienze comuniste e fasciste. L’unica cultura che può vantare elementi di modernità, consistenza, stima e originalità è quella che si richiama al “popolarismo” sturziano in Italia e in Europa.
La storia politica del nostro Paese, dalla fine del XIX secolo e fino agli anni “duemila”, si è caratterizzata per la presenza e l’attività di partiti di massa, che sono riusciti nel tempo a rappresentare più del 70% dell’elettorato. I ceti deboli e medi si identificavano pienamente con queste forze politiche: democristiana, comunista e socialista, che erano in grado di farsi carico dei bisogni popolari. La parola popolo aveva valore. Partiti non improvvisati, con storia consolidata, fatta di cultura, di etica, di esperienza dura, di lotte, di contrasti con il potere del tempo. Il nostro Novecento, messo tra parentesi il tempo dei totalitarismi, si è caratterizzato per l’impegno serio e convinto dei partiti di massa, che hanno fatto il bene del Paese. Caduto il Muro, qualcuno teorizzò con falsità e ipocrisia, ignobilmente, che i primi cinquant’anni della Repubblica erano da archiviare per condotta non proprio morale. Una spudorata menzogna, l’artifizio per sconvolgere l’ordine democratico nel nostro Paese, coniugata con i referenda elettorali degli inizi anni ’90. La nuova legge elettorale e la contemporanea operazione di terrore giudiziario del 1992/94, con l’abolizione della immunità parlamentare, misero fine praticamente alla prima esperienza repubblicana ferendo a morte i partiti di massa, nonostante protagonisti della nascita della democrazia e della crescita del benessere in Italia.
L’obiettivo non dichiarato ma evidente, in testa Mario Segni, era quello di mettere fuori gioco i partiti di governo, DC e PSI, con il pretesto delle corruttele e del finanziamento illecito, verità forse inoppugnabile, ma che non poteva essere causa della condanna della intera classe di governo dell’Italia repubblicana.
Abbiamo assistito poi a mutazioni genetiche, cambiamenti repentini, stravolgimenti politici, per cui non si capisce più dove sta la sinistra, dove è finita la destra, se esiste ancora un centro. L’anonimato dei partiti oggi è peculiarità consolidata
Abbiamo attraversato diverse stagioni, iniziando dalla “gioiosa macchina da guerra” dei comunisti di Occhetto & C. e della rivoluzione simil-liberale di Forza Italia per arrivare a Renzi, a Grillo e a Berlusconi, tanto che le ultime elezioni politiche hanno prodotto una situazione politica scabrosa, di difficile gestione. La formazione del nuovo governo è stata molto tribolata. Prima Bersani, ma bocciato. Enrico Letta poi, con la indifferenza del PD suo partito di appartenenza, che non lo ha mai sostenuto con piena convinzione. E dulcis in fundo Renzi.
Arrivano i rottamatori  renziani con il loro capetto e aprono le danze, per dare vita  alla sarabanda. Si catapultano letteralmente, come si trattasse della presa della Bastiglia, su Palazzo Chigi, dopo aver conquistato la segreteria PD con le “mitiche” primarie, favorite da una campagna mediatica ben organizzata da “potentati”, noti e ignoti, che non hanno mai avuto a cuore i bisogni della gente comune e della povera gente. I vari De Benedetti, Della Valle, Montezemolo, Berlusconi non vedevano l’ora di cacciare Letta e mettere la loro marionetta a capo del governo per meglio gestire e tutelare i propri  affari. La politica dov’è finita? E il popolo dove sta, il Bene comune in quale programma compare? E’ necessario perciò organizzare il partito dei Popolari il solo che può dare accoglienza e voce a chi è stato espulso o relegato volutamente ai margini della vita politica italiana.
Tutti straparlano di pacificazione nazionale. I governi democristiani, dopo la caduta del fascismo e dopo la fine della seconda guerra mondiale, per riconciliare lo Stato con il popolo assegnarono la terra ai contadini e la casa ai lavoratori. Il partito popolare di Sturzo dopo il primo conflitto mondiale chiese l’istituzione del Ministero della Concordia Nazionale per alleviare le sofferenze di tutti coloro che avevano pagato un prezzo altissimo a causa della guerra. Sturzo e De Gasperi di fronte a questa grave crisi economica che affligge il ceto medio e la povera gente non avrebbero esitato oggi come “popolari” a studiare e ad attuare politiche di sostegno a favore della gente in difficoltà.In giro però non ci sono nè De Gasperi nè Sturzo, ma i Popolari ci sono. Devono solo attrezzarsi.



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