Il Libro Bianco è senz’altro il progetto più ambizioso, ma sono molti i punti toccati dal ministro della Difesa Roberta Pinotti – dalla ridefinizione del settore ai marò passando per la crisi ucraina -, che nel corso di un’audizione al Senato ha esposto oggi le linee programmatiche del suo dicastero.
IL LIBRO BIANCO
Il Libro Bianco sulla Difesa, un vecchio progetto guardato con favore dal ministro Pinotti già durante il suo precedente ruolo di sottosegretario alla Difesa, è uno strumento di pianificazione e condivisione dei progetti militari del Paese, già sperimentato con successo in Francia. Consiste nel definire con precisione quanti aerei, quanti uomini, quanti mezzi, quante risorse siano necessari per difendere l’Italia rispetto alla posizione che ha e il ruolo che riveste. Lo strumento, ha spiegato il ministro, “dovrà nascere già proiettato in una dimensione europea e internazionale, nella quale sia anche affrontato il tema del ruolo che il Paese vuole svolgere e della evoluzione delle relazioni con i Paesi a noi più vicini in termini di valori e di condivisione della visione del mondo“.
IL CAPITALE UMANO
Anche la riorganizzazione del comparto è tra gli obiettivi della titolare della Difesa. In materia di revisione dello strumento militare, ha argomentato la Pinotti, “il capitale umano è importante e strategico per qualunque organizzazione complessa, e lo è tanto più per una realtà nella quale si richiede moltissimo in termini di sacrificio e senso del dovere”. Aggiungendo che “per quel che riguarda il personale militare”, ritiene “sia necessario tutelare con priorità quel personale dei gradi inferiori che sta maggiormente sopportando gli effetti delle recenti misure di contenimento della spesa“.
IL NODO F-35
Una spending review che, stando alle ultime indiscrezioni, potrebbe riguardare anche il programma F-35.
Pur non nominando mai il caccia di Lockheed Martin – alla cui progettazione e costruzione partecipano Alenia Aermacchi, controllata del gruppo Finmeccanica, e altre aziende italiane – per Roberta Pinotti “il governo è pronto a ripensare o a ridurre i grandi progetti avviati”. “Il Governo – prosegue – non esiterà a rivedere, ridurre o ripensare anche grandi progetti avviati o ipotizzati, qualora mutati scenari internazionali o economici lo indicheranno come opportuno“. Le parole del ministro paiono tuttavia agli addetti ai lavori come un modo estremamente prudente per affrontare un argomento delicato e spesso vittima di strumentalizzazioni, anche interne, con la proposta di alcuni parlamentari del Pd di dimezzare il già rimaneggiato acquisto di 90 velivoli. Sul programma, sul quale avrà l’ultima parola il Parlamento, si attende però ancora l’opinione decisiva del premier Matteo Renzi.
AL FIANCO DEI MARÒ
La titolare della Difesa ha rivolto anche un messaggio a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò trattenuti in India.
“È mio intendimento fare tutto ciò che è nelle mie possibilità ed in quelle del mio dicastero affinché la vicenda dei nostri fucilieri di Marina possa giungere ad una giusta conclusione, rispettosa del diritto internazionale e del buon nome di chi serve il nostro Paese“. Poi una tenue stoccata a Nato e Unione europea per il loro sostegno tardivo. È stato importante, ha detto, “ricevere dall’Europa e dalla Nato un aperto sostegno nel contenzioso in atto con l’India. Va detto che questo appoggio si è concretizzato solo nell’ultimo periodo” solo dopo che il governo “ha portato all’attenzione della comunità internazionale un problema che potenzialmente potrebbe coinvolgere tutti“.
LA MISSIONE IN AFGHANISTAN
Nel corso dell’audizione il ministro ha detto la sua anche sul proseguimento della una missione internazionale in Afghanistan oltre il 2015, dopo la fine di Isaf, ancora in forse per la mancata firma del presidente Hamid Karzai al trattato sulla sicurezza tra Washington e Kabul. “Anche l’ Italia – ha ricordato la Pinotti – partecipa alla discussione sul possibile futuro impegno in Afghanistan. Nel momento in cui ci sarà una proposta chiara e precisa e sarà finalmente risolto il problema dello status giuridico” saranno presentate “al Parlamento le opzioni relative. In quella sede, potremo esaminare con il dovuto approfondimento ogni aspetto della questione e compiere le scelte ritenute più opportune“.
LA CRISI UCRAINA
Non è mancato un riferimento alla crisi ucraina, che in virtù dell’esposizione energetica del nostro Paese nei confronti di Mosca, da cui acquistiamo a prezzi calmierati ingenti quantità di gas, rischia di costare salata all’Italia. Ciò che accade a Kiev, ha rimarcato il ministro Pinotti, è “probabilmente la più grave crisi in Europa dai tempi dei conflitti nei Balcani. L’Italia giudica inaccettabile ogni aggressione che minacci l’integrità territoriale o l’indipendenza di uno Stato sovrano“. “Riteniamo – ha aggiunto – che si debba urgentemente ripristinare una condizione di equilibrio e di sicurezza quale passo indispensabile per tutelare in maniera duratura i diritti fondamentali di tutte le componenti politiche e culturali della popolazione e i legittimi interessi di tutti gli attori internazionali coinvolti“. “Per fare questo – ha sottolineato – è “fondamentale mantenere aperta la finestra del dialogo con la Russia“, senza per questo “arretrare” sui principi democratici dell’Occidente.