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Poste, Enav e non solo, ecco come Renzi privatizzerà

Non solo Poste ed Enav. Il governo guidato da Matteo Renzi intende aprire una nuova stagione di privatizzazioni, forse meno intensa di quella degli anni ’90 ma ugualmente importante. Questo il messaggio lanciato martedì 11 marzo dal viceministro dell’Economia Enrico Morando (nella foto) nel corso di un’audizione in commissione Trasporti alla Camera.

I PIANI DI RENZI (E PADOAN)
A spiegare i piani dell’esecutivo è Il Sole 24 Ore, che riassume le parole di Morando. Se si trattasse solo di vendere quote di Enav e Poste “e poi fermarsi lì” – ha detto il vice titolare delle Finanze – “ci sarebbe da pensarci 50 volte prima di procedere in questa direzione“. Il governo Renzi, ha proseguito,  “ha l’esplicita intenzione, che troverà esplicazione nei documenti di programmazione (Dpef, ndr) che ci accingiamo a presentare in Parlamento, di riaprire una nuova stagione di valorizzazione, alienazione, privatizzazione del patrimonio pubblico“.

DOVE SI VUOLE ARRIVARE
In cosa, dunque, queste privatizzazioni dovrebbero essere diverse dalle precedenti? L’obiettivo, ha illustrato Morando “non è di realizzare la riduzione globale del debito ma di concorrere a favorire il processo di riduzione del volume globale del debito“. È “un obiettivo strategico“, ma “non è l’unico, e forse non è neanche il più importante” ha rimarcato il vice di Pier Carlo Padoan.

I PEZZI DA CEDERE
Per Morando – prosegue il quotidiano di Confindustria – la privatizzazione di Poste ed Enav rappresenta “un primo tassello organico di una strategia” che si basa su “un disegno di carattere pluriennale ed abbraccerà tutta la legislatura“. Uno step necessario, secondo il viceministro, per iniziare a fare qualcosa. Anche se, spiega, “l’orizzonte temporale di legislatura è… quello giusto, per conferire credibilità a questo disegno“.

LE STIME DEL GOVERNO
Ma quanto incasserà il governo da queste prime privatizzazioni? Per Morando “le stime attendibili ma anche improntate a grande prudenza” fornite dall’esecutivo Letta parlavano di 4 miliardi dalla vendita del 40 per cento di Poste e un miliardo dal 49 per cento di Enav.


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