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Boldrin, Tabacci e Monti: maionese impazzita o gruppo lib-dem? Domande sulla Lista Alde

Dunque la tachicardia è alta in casa ALDE. In questi giorni è stato tutto un sussurìo di salta tutto, facciamo due liste, mai con quello, stilare regole e protocolli, non a queste condizioni. Una partita di poker con pochi assi nella manica, per non dire nessuno. La lista libdem offre una vivacità nella trattativa che nessun altro assicura, ma il quadro politico che ne esce è certamente debole e contraddittorio.

IL QUADRO LIBERAL-POPOLARE

Un gruppo che si chiama “I Popolari” invece che concentrarsi nel costruire la lista PPE con Alfano e Casini si butta nella bolgia dell’ALDE. Un partito che si chiama Centro Democratico e che ha la propria origine dal PD e l’IDV gestisce la costruzione dell’Alleanza. I pochi gruppi liberali rischiano quasi inesorabilmente di finire in minoranza.

MONTIANI INSOFFERENTI

Scelta Civica rema contro le volontà del proprio ispiratore e fondatore, ma nonostante dovesse rappresentare il perno della lista ne esce indebolita e incapace di districarsi tra le polemiche e i giochi a rialzo di partiti ancor più piccoli. Insomma, l’ALDE è una vera e propria maionese impazzita.

LISTA ETEROGENEA O MAIONESE IMPAZZITA?

Ora, che le elezioni europee se ne freghino per lo più delle famiglie europee in Italia è cosa nota, basti pensare che il PD è entrato solo nel 2014 nel PSE. Ciò che però rende affascinante l’ALDE è l’eterogeneità dei suoi componenti e supporter: dai vecchi della Prima Repubblica al movimentismo un po’ grilleggiante di FARE fino allo stile posato di ALI, tutti insieme per un’Europa federale. Certo non mancano le frizioni e soprattutto le sofferenze dei liberali più puri, tuttavia questo marchio fino alle scorse europee era occupato dall’Italia dei Valori e anche questo minestrone potrebbe essere un piccolo passo in avanti.

GLI INTERROGATIVI

Ciò che viene da chiedersi è se ALDE possa mai trovare in Italia una constituency veramente liberal-liberista che possa ambire a superare il 4%. Rebus sic stantibus la risposta è no. Il liberalismo italiano è affogato nelle divisioni, chi vorrebbe una riduzione del perimetro dello Stato è disseminato da Fratelli d’Italia fino al PD. molti hanno rinunciato all’idea di costruire partite e liste liberali. Il punto è la capacità di alleanza, per i soggetti che compongono la lista ALDE, di ciò che sta loro intorno: non Berlusconi né Alfano, non Renzi né altri sono considerati da questo piccolo mondo spendibili per un’alleanza elettorale o per la futura costruzione di una casa politica.

L’UNICA STRADA REALISTICA

Allora, l’ALDE è sicuramente un calderone di contraddizioni, ma che si regge su una conventio ad excludendum verso le forze politiche più ampie. Trovata la pace sul punto, nonostante le divergenze di stile e provenienza, forse converrebbe a queste formazioni stringersi intorno al principio di realtà, costruire una lista unica ( molto difficile oggi che passi lo sbarramento) perché in queste condizioni politiche ed organizzative pare la sola strada possibile.


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