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Così Marina Berlusconi può rifare la Casa delle Libertà 2.0

Eurocritica ma non euroscettica. Si definisce così l’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi, ricandidata dal partito di Silvio Berlusconi, che ragiona con Formiche.net su come migliorare la casa comune continentale senza scadere in forme populiste tout court e aprioristicamente anti Ue, nella consapevolezza che dopo la conferma dei due anni di interdizione per Berlusconi, la strada di una rinnovata Casa delle Libertà 2.0 che unisca tutti i moderati italiani possa passare solo dalla primogenita Marina.

Come immaginare un’altra Europa senza scadere nel populismo anti tutto che molto va di moda?
Facendo un’operazione-verità. Ciò che si sa sempre dall’Europa a volte viene modificato dalla stampa e da una cattiva comunicazione. Per cui penso sia un bene che si sappia realmente cosa accade a Bruxelles. Personalmente sono eurocritica ma non euroscettica, quindi eurorealista. Questa Europa così com’è non funziona, ma spesso quelli stessi che la criticano aspramente poi sono i primi a non essere presenti ai tavoli che contano. Direi di concentrarci prima sul mea culpa, in seguito migliorare l’Ue. Di pari passo va affrontato il concetto relativo alla moneta unica.

Ovvero?
Sappiamo tutti che l’euro di oggi non va bene, a maggior ragione noi lottiamo per avere una Banca Centrale Europea che sia paragonabile alla Fed americana. Non penso che uscire dall’euro rappresenti la soluzione migliore, perché vorrebbe dire fuggire da un problema. O non si doveva entrare nell’euro allora già a priori così come aveva fatto la Gran Bretagna, oppure oggi si deve migliorare la situazione visto che nell’euro ci siamo. Serve trovare dall’euro un nostro slancio.

Dopo il bilaterale Renzi-Merkel, definito dai media conviviale e simpatico, potremo sperare di avere una maggiore apertura di credito da Berlino?
I termini conviviale e simpatico non significano automaticamente avere una rassicurazione nel merito. Non abbiamo bisogno di questo. La Cancelliera è contenta che non ci sia più Berlusconi, sarà stata allegra per questo, ma il problema vero è che l’Italia necessita di credibilità, e passare dalla propaganda ai fatti reali.

A proposito di Berlusconi, cosa cambia dopo la conferma dei due anni di interdizione?
Per Fi nulla, perché resta lui il nostro leader. Cambierà qualcosa dal punto di vista delle liste, in quanto, da ciò che sento, non potrà essere capolista.

L’ex ministro Giancarlo Galan commenta l’interdizione proponendo che le figlie scendano in campo: è la scelta migliore?
Sono stata una delle prime, in tempi non sospetti, a fare il nome di una delle sue figlie. Dico Marina in quanto è quella che ha già uno storico significativo dal punto di vita dell’esperienza professionale. Se successivamente dovesse essere Barbara mi farebbe piacere.

Perché Marina potrebbe riuscire a rifare la Casa delle Libertà 2.0?
Perché ha già dimostrato di saper gestire grandi imprese, quindi di poter avere questa sintonia.

Il senatore popolare Luigi Marino da queste colonne invita tutto il centrodestra, Fi compresa, a ricompattarsi: un PPE italiano è possibile?
Benvenuto tra di noi, gli direi, è da cinque anni che lo chiediamo. Esiste solo un piccolo problema: ci è sempre stato risposto di no in quanto c’era la figura di Berlusconi. Ma nel momento in cui accetteranno la sua figura, questo processo potrà essere attuato.

Già dalle Europee?
Non lo vedo possibile, perché con lo sbarramento al 4% sembra quasi che l’operazione sia fatta per ottenere dei posti e non essere esclusi.

Quale una strada futura da seguire, tra una Banca Euromediterranea o gli eurobond?
Propongo una terza via: chiedere i fondi europei che ci spettano. L’Italia non richiede mai la totalità di quei denari. Prima di criticare l’Europa dobbiamo esserlo nei confronti di chi non attinge correttamente a quei fondi. Dal 2002 al 2013 abbiamo perso circa 60 miliardi di risorse disponibili per non aver presentato progetti.

twitter@FDepalo



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