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Maretta nel Pd per il documento anti-F35

C’è maretta al Nazareno per i risultati dell’indagine conoscitiva elaborata dal gruppo Pd della commissione Difesa della Camera.

Il testo è la base da cui partirà la trattativa nella maggioranza di governo per effettuare i tagli alla Difesa indicati dal governo Renzi come uno degli obiettivi prioritari del proprio programma di spending review e nei quali potrebbe rientrare la discussa, ulteriore sforbiciata al numero di caccia F35 ordinati dall’Italia (90 al momento).

Un’eventualità che finora ha registrato nel Pd approcci differenti. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha assunto un atteggiamento prudente, concentrandosi sulla necessità di riorganizzare il dicastero nel suo complesso, anche attraverso l’elaborazione di uno strumento come il Libro Bianco, ma senza legarsi le mani. E anche il giornalista e saggista Peppino Caldarola, molto vicino al Pd, ha perorato da queste colonne una soluzione pragmatica ma equilibrata, che possa anche passare da un taglio del numero di aerei, ma che non smantelli la capacità di difesa del Paese.

Apertamente contrari al velivolo sono invece alcuni parlamentari democratici come Gian Piero Scanu e Carlo Galli, che hanno scritto un documento in cui si propone di dimezzare il budget italiano destinato programma Jsf, sostenendo la bontà dell’Eurofighter, il velivolo europeo alla cui realizzazione partecipa Alenia e che recentemente ha registrato un investimento di 200 milioni per il cambio del radar (i due mezzi, però, come spiegato dal generale Vincenzo Camporini non sono paragonabili fra loro).

C’è infine un gruppo di sostenitori del programma F35, tra i quali si può annoverare il senatore Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa di Palazzo Madama, che individua nel velivolo di Lockheed Martin, in cui sono coinvolte diverse aziende italiane, il modo migliore per sostituire nei prossimi anni i vecchi aerei italiani quasi obsoleti.

E dopo l’uscita dell’indagine conoscitiva, da indiscrezioni raccolte da Formiche.net sarebbe proprio quest’ultimo fronte a organizzare nelle prossime ore una riunione di partito in cui discutere apertamente del problema e promuovere il proprio punto di vista, che è quello di mantenere inalterato il numero di aerei da acquistare.

A cercare di porre rimedio a questa babele, come spiega oggi il quotidiano diretto da Ezio Mauro, è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che come emerso nel Consiglio Supremo di Difesa di ieri, ha l’idea di non rimettere in discussione il progetto almeno fino a quando non sarà pronto il Libro Bianco che riorganizzerà il comparto.

Una tempistica, sottolinea Repubblica, che consentirebbe anche a Napolitano di non doversi assumere “l’imbarazzante compito di annunciare a Barack Obama, che il 27 marzo sarà al Quirinale dopo aver incontrato il Papa in Vaticano, la “disdetta” dell’accordo” sui caccia americani. In atto invece, come ha spiegato il ministro Pinotti alle “Invasioni barbariche”, la moratoria dei pagamenti per gli aerei della discordia.


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