Scambio generazionale nella pubblica amministrazione, intervento sulle pensioni rimandato a dopo le europee e sforbiciate solo su Anas, Ferrovie dello Stato e Difesa. La spending review di Matteo Renzi si allontana dal rapporto Cottarelli, che aspetta ancora di incontrare il premier faccia a faccia (scrive il Corriere della Sera, mentre Repubblica sostiene che si sono visti: chi ha ragione?)
NON TOCCARE LE PENSIONI
Nelle slide di Carlo Cottarelli, il commissario per la revisione della spesa statale, era previsto un taglio di 1,8 miliardi ai contributi del sistema previdenziale e una riduzione ulteriore nel 2016 di 3,3 miliardi. Ma Renzi ha detto di no. Così Federico Fubini, su Repubblica di oggi, sottolinea le motivazioni dei tagli proposti dal commissario alla spending review. Nelle famiglie con fasce di reddito che si aggirano sui 19 mila euro, si legge nell’articolo, la propensione al risparmio è più alta di 10 volte se è presente un pensionato. È qui che Cottarelli voleva limare il costo della previdenza – scrive sempre Fubini – che in Italia è al 16% del Pil, il più alto tra i paesi avanzati. Ma Matteo Renzi ha detto di no, perché “con l’appuntamento delle europee alle porte, per quest’anno sceglierà tagli di spesa che costano meno in termini di voti”.
TAGLI STATALI
85 mila esuberi tra gli statali in tre anni: sono questi i numeri che Carlo Cottarelli ha lasciato sul tavolo di Marianna Madia, Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, che dovrà fare i conti con il blocco del turn over e la ristrutturazione del sistema amministrativo. Ne parla il sottosegretario alla funzione pubblica Angelo Rughetti sulle pagine del Messaggero, conversando con Andrea Bassi, sostenendo la possibilità di raggiungere i 3 miliardi di risparmio previsti da Cottarelli con misure alternative agli esuberi e al blocco totale del turn over. Scambio generazionale, esonero dal lavoro, prepensionamento e l’uso di scivoli e incentivi per andare in pensione sono le strade che il governo Renzi intende percorrere, inseguendo anche l’obiettivo di abbassare l’età media dei dipendenti “poco qualificati e mal distribuiti”. Di fatto, quindi, pure Rughetti sconfessa le proposte del commissario governativo nominato dall’esecutivo Letta.
LA SOLITUDINE DI COTTARELLI
La sottolinea Antonella Baccaro sul Corriere della Sera, visto che Renzi sta rivisitando il piano proposto da Cottarelli. Il premier e il commissario non si sono ancora visti e, come si legge sul Corriere, “il commissario deve aspettare l’iniziativa del governo perché per tagliare gli emulimenti dei parlamentari, dei consiglieri regionali e comunali serve un passaggio politico”. “Per l’uomo del Fondo monetario, allergico alle polemiche, si tratta di esercitare pazienza. E intanto preparare gli scatoloni”.