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Sarà un’eutanasia volontaria per i moderati andare divisi alle Europee. Parla Galan (Forza Italia)

Se tutte le forze del centrodestra, così come sembra, decidessero di andare in ordine sparso alle prossime elezioni europee di maggio, sarebbe un “raro caso di eutanasia volontaria di uno schieramento politico”. La diagnosi è di un esponente della vecchia guardia di Forza Italia, l’ex ministro e governatore veneto Giancarlo Galan, che ragiona con Formiche.net sui rischi di una mancata evoluzione del Pdl nella sua naturale veste: una Casa delle Libertà 2.0, federata e bipolare.

Il nuovo centrodestra popolar-liberale si può costruire con Forza Italia, così come ha auspicato Luca Volontè nel solco dell’auspicio di Formiche.net?
Non si può, si deve. E’ ciò che sostengo dallo sciagurato giorno in cui, ahimè, è nato il Pdl. Operazione forzata e, dopo anni, posso dire totalmente sbagliata.

Qual è il modello per una Casa delle Libertà 2.0?
Quello di una federazione, di un bipolarismo all’interno di cui ognuno mantenga la propria identità. In questo modo ogni componente potrà arricchire, tramite le proprie peculiarità, la coalizione. Resto bipolarista, per un sistema di stampo anglosassone dove, per storia e tradizione, al posto di due partiti alternativi vi siano due coalizioni federate. Una posizione che ho esplicitato da sempre, ora è stupefacente che ce lo dica chi lo ha interrotto, ma è ugualmente un bene.

Un soggetto robusto contro Pd e Cinque stelle alle europee, invece che come sta facendo il centrodestra, andare ognuno per proprio conto: è un rischio calcolato?
Potrebbe essere una colossale fesseria andare sciolti, ovvero un tentativo con buone probabilità di riuscita di suicidarsi. O forse uno dei rari casi di eutanasia volontaria di uno schieramento politico.

Amintore Fanfani, come ha ricordato ieri l’intellettuale Benedetto Ippolito, sosteneva che la prima caratteristica del Centro popolare è di essere opposto alla sinistra: sarà necessario dunque un altro Berlusconi?
Fino ad oggi non si è visto nessun altro capace di federare la coalizione anti sinistre, nonostante – e solo per qualche istante – lo si fosse intravisto nella persona del senatore Mario Monti. Però se Berlusconi non sarà più in grado di fare il federatore, sarà assolutamente necessario cercarne un altro. Fanfani con quel pensiero si dimostra più moderno di tanti suoi epigoni, che invece hanno vagato di qua e di là in cerca delle convenienze. Se fosse ancora vivo dovrebbe chiedersi di chi si è circondato.

A proposito di alleanze, perché i liberali di Forza Italia non riescono a interloquire con i parigrado nella lista Alde?
Rispondo ereticamente: perché noi siamo schierati con il Ppe, dove stiamo benissimo. Io che sono liberale da sempre non posso dimenticare che nella coalizione liberale europea faceva parte anche l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Mi farebbe venire i brividi allearmi con il partito più forcaiolo della politica italiana, da cui siamo distanti anni luce. Con i liberali inglesi, che conosco, vado d’accordo ma i gruppi si sono formati così. Ma di contro nell’assemblea del Ppe sono stato a mio agio, non vi ho trovato nulla né di clericale né di bigotto.

E’ definitivamente tramontata l’ipotesi di una rivoluzione liberale, magari con in campo una delle figlie di Berlusconi?
So solo che le rivoluzioni socialiste si fanno con i socialisti. E che quelle liberali si fanno con i liberali. Scorrendo la lista dei settanta componenti dell’ufficio di presidenza di Forza Italia di liberali ne conto assai pochi.

twitter@FDepalo


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