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I consigli energetici (anti Putin) di Cameron a Renzi

Diminuire la dipendenza energetica dell’Europa dal gas russo dovrà essere uno dei compiti del prossimo G7 dei ministri dell’energia che si terrà in Italia.

A crederlo è il primo ministro britannico David Cameron, che ha lanciato ieri questo messaggio nel corso della conferenza stampa al termine del colloquio con Matteo Renzi a Downing Street.

MENO DIPENDENZA
Non possiamo permettere – ha sottolineato il leader conservatore, riferendosi alla crisi in Ucrainache la Russia faccia quel che vuole a prescindere dal fatto che ci fornisce del gas. Sono contento che Matteo stia preparando il G7 dell’energia: significa nuovi oleodotti fra i Paesi europei che ci rendano meno dipendenti dal gas russo“.

LA STRADA DI LONDRA
Per raggiungere questo obiettivo, il Regno Unito ha già intrapreso un piano energetico volto a diversificare le fonti e a ottenere una maggiore indipendenza. Con un approccio estremamente pragmatico – ha spiegato il manager e presidente di Assoelettrica, Chicco Testa, a Formiche.net – Londra “ha scelto di riusare il nucleare avviando nuove centrali (come quella di Hinkley Point) che dovranno sostituire le vecchie e di sfruttare ricchi giacimenti di shale gas“. Mosse in controtendenza a quelle del resto del Vecchio Continente.

I NODI DA SCIOGLIERE
Il vertice annunciato da Cameron e Renzi, che dovrebbe tenersi prima del G7 dei capi di Stato e di Governo a Bruxelles, previsto a luglio, si intreccia infatti con nodi geopolitici che riguardano l’Europa, ma anche con dossier delicati sulla scrivania del presidente del Consiglio, come quello sul rinnovo delle nomine delle aziende a partecipazione pubblica, che coinvolge anche colossi dell’energia come Eni.

I TIMORI DI ITALIA E GERMANIA
A non volere sanzioni troppo forti contro Mosca e a premere sia in sede Nato sia in sede comunitaria per tenere aperto il dialogo col Cremlino durante la crisi in Crimea sono stati in primo luogo proprio l’Italia e la Germania. Roma e Berlino godono di ottimi rapporti commerciali con la Russia, ma soprattutto vi importano una parte consistente del proprio gas a prezzi competitivi (i riflessi sull’economia europea di una rinuncia immediata al gas russo sono stati analizzati dal think tank belga Bruegel). Un meccanismo che gli Stati Uniti hanno provato a scardinare proponendo di esportare in Europa il proprio gas di scisto; un progetto comunque a medio termine, che molti analisti – come Matteo Verda – non riconoscono come una soluzione adeguata ad una eventuale crisi energetica.

L’APPELLO DI SCARONI
Non solo. L’escalation di tensione a Kiev ha detto poche settimane fa il ceo del Cane a sei zampe, Paolo Scaroni, potrebbe mettere a rischio la realizzazione del gasdotto South Stream, un’opera fondamentale per variare le fonti del nostro approvvigionamento energetico. Una dimostrazione di come i vertici della più grande compagnia petrolifera del nostro Paese guardino più verso est che non nella direzione suggerita da Cameron.

VERSO LE NOMINE
Anche per questo, per comprendere quale sarà il piano energetico del nostro Paese, sarà utile conoscere chi siederà tra qualche mese sugli scranni più alti dell’Eni. Una scelta che pare ormai in dirittura d’arrivo, come svela un retroscena di Filippo Caleri, che oggi sul Tempo dà conto di un incontro riservato che si sarebbe svolto lo scorso weekend a Firenze.

Renzi – si legge – avrebbe tenuto un vertice con i suoi collaboratori più stretti che si occupano del dossier nomine. Tra questi Carrai e Lotti. Sarebbe stato presente anche Verdini che tratta per conto di Forza Italia“. L’incontro è servito a mettere a punto i criteri per le nomine e soprattutto a valutare i nomi già disponibili.

Per la presentazione delle liste delle principali aziende – prosegue il quotidiano romano – i tempi sono agli sgoccioli. L’assemblea dell’Eni è fissata per l’8 maggio in unica convocazione. Dunque considerando i 30 giorni precedenti da rispettare per il deposito delle liste per l’elezione dei membri del cda, significa che entro il 7 aprile, ovvero lunedì prossimo, il ministero dell’Economia e delle Finanze potrebbe dare le indicazioni sui candidati“.



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