Avanti tutta con il Centrodestra Popolare, aperto anche ai militanti e agli elettori di Forza Italia, ma purché siano valorizzati movimenti e associazioni, e non solo i vertici dei partiti.
E’ il consiglio di Carlo Costalli che, come presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl), da tempo è fautore di una Casa dei Popolari in stile Ppe. Dopo aver partecipato al congresso di Dublino del Partito Popolare Europeo, ora Costalli saluta con favore la lista elettorale per le Europee del 25 promossa dal Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, dall’Udc di Lorenzo Cesa e dai Popolari di Mario Mauro, ma ipotizza qualche rischio e fornisce un paio di consigli.
Presidente, lei è che è stato uno dei fautori appassionati tra i movimenti di ispirazione cristiana a auspicare un’aggregazione politica tra i Popolari fin dalle Europee, è soddisfatto della lista unitaria fra Ndc, Udc e Popolari per l’Italia? O non c’è il rischio che sia solo un cartello elettoralistico, come scritto in un editoriale di Formiche.net?
E’ sicuramente un passo avanti positivo. E’ importante creare anche in Italia un’area che si rifa ai programmi del PPE approvato al recente congresso di Dublino, alternativo ai troppi populismi esistenti anche in Italia e all’area PD-PSE che in Europa si è distinta negli ultimi anni per i troppi cedimenti relativistici. Il rischio che sia solo un cartello elettorale può esserci, ma gli elettori punirebbero frazionismi, egoismi e autoreferenzialità.
L’intellettuale Giovanni Di Capua su Formiche.net ha rimarcato una non ben chiara identità politica e programmatica, anche sull’Europa, nel rassemblement che si è creato per le europee. Che ne pensa?
E’ un’osservazione interessante che in parte condivido: la fretta non è sempre foriera del bene. E’ il programma che conta: lo dico sempre ai tanti interlocutori che incontro in queste settimane. Il riferimento chiaro al PPE può aiutare. A Dublino il PPE si è dato (e lo dico perché io c’ero) un programma sufficientemente chiaro.
Quali passi devono essere compiuti ora? Non sarebbero opportuni gruppi parlamentari unici e iniziare a costruire un unico, grande, Centrodestra popolare e riformatore?
Sicuramente i gruppi parlamentari unici sono un passaggio positivo. Ma molto importante è fare una campagna elettorale veramente unitaria, lanciando un messaggio comune di prospettiva.
In che modo associazioni e movimenti non partitici potrebbero partecipare a questo progetto?
In una recente intervista al Corsera, Angelino Alfano ha lanciato un messaggio chiaro ai movimenti, alle organizzazioni sociali, ai corpi intermedi (che troppi vogliono “rottamare”). Un messaggio positivo che concretamente può realizzarsi in un coinvolgimento attraverso i contributi di questi alla predisposizione di un programma pieno di contenuti (pur nel rispetto delle rispettive autonomie).
Che cosa vuol dire di preciso?
Che quello del programma è un passaggio strategico: il programma “generale” deve essere quello del PPE, integrato da “specificità italiane” (le riforme per esempio: quali e come), alla formulazione del quale i corpi intermedi possono avere un ruolo importante. Il rischio di questa aggregazione è quello di apparire una “sommatoria” di spezzoni per operazioni di palazzo, senza radicamento popolare. Un rischio da evitare decisamente durante la campagna elettorale, soprattutto in prospettiva.
L’ex presidente di Confcooperative, Luigi Marino, ora senatore del gruppo Per l’Italia, ha auspicato in una conversazione con Formiche.net che alle prossime politiche questo Centrodestra in fieri non possa non dialogare e trovare forme di collaborazione con militanti ed elettori di Forza Italia. Che ne pensa?
Non c’è dubbio che anche in Forza Italia, oltre a tante “spinte populiste” ci sono anche forti sentimenti popolari. A quelli ci si dovrà rivolgere.