Il Parlamento turco approva una riforma che dà all’agenzia di intelligence del Paese poteri quasi illimitati in materia di sorveglianza.
LA RISPOSTA DI ERDOGAN
Il premier Recep Tayyip Erdoğan definisce le critiche “complottistiche e ideologicamente schierate”. Dopo la battaglia condotta contro i social network all’indomani degli scontri di Gezi Park, il parlamento turco ha detto sì ad una riforma che amplia notevolmente le competenze del National Intelligence Service (MIT) . Secondo i media del Bosforo, il testo della legge dopo un dibattito acceso avvenuto per l’intera giornata di giovedì , è passato a maggioranza assoluta su proposta del partito islamico conservatore AKP, per poi essere formalmente adottato dal Primo ministro Erdoğan. Così il MIT ha ora mano libera per le attività di spionaggio interno ed esterno.
SPIONAGGIO
Le nuove norme introdotte dalla riforma comprendono le intercettazioni delle telefonate private e di tutte le informazioni sensibili che rientrano nella lotta al terrorismo e alla criminalità internazionale. Fino a ieri la prassi legislativa in vigore nel Paese prevedeva che tali misure fossero preventivamente autorizzate tramite il nulla osta di un tribunale, che valutava il singolo caso. Da oggi inoltre sono previste pene detentive per i giornalisti che dovessero pubblicare informazioni di intelligence riservate. La polemica segue quella sulla legge che rafforza il controllo su Internet, oltre a quella sul versante giudiziario, che dovrebbe espandere l’ influenza del governo sulla nomina di giudici e pubblici ministeri .
VIGILANZA
Dopo le accuse di corruzione mosse lo scorso novembre contro la quali totalità dell’esecutivo di Erdoğan, si lavora anche su una riforma dell’HSYK, l’organismo di vigilanza responsabile della nomina e della revoca dei giudici e dei pubblici ministeri . La riforma ha rafforzato i poteri del ministro della Giustizia proprio all’interno dell’HSYK, provocando la reazione di alcune porzioni della stampa nazionale e internazionale secondo cui essa rappresenta una violazione della separazione dei poteri. Sul punto la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali i nuovi poteri del ministro.
STRATEGIE POLITICHE
La lenzuolata di riforme, al netto dei singoli provvedimenti, rappresenta un dato politico: nonostante gli scandali, il rimpasto di governo e le voci di un presunto video hard con miss Turchia, Erdogan ha rintuzzato gli attacchi degli avversari e della magistratura con il suo consueto piglio. Ciò, secondo alcuni osservatori, potrebbe avere un riverbero di natura elettorale in occasione delle prossime elezioni presidenziali di agosto quando, non potendo più correre da premier dal momento che la legge gli vieta il terzo mandato, punterà a far insediare sulla stessa poltrona il suo sodale di un tempo Abdullah Gul. La decisione finale, secondo fonti giornalistiche turche, si avrà solo nel mese di maggio quando, a tre mesi dalla chiamata alle urne, si conoscerà la strategia che intenderà adottare. Uno degli scenari possibili prevede che Erdoğan opti per la candidatura come presidente assieme al mantenimento in carica del Primo Ministro: dovrebbe a quel punto cambiare lo statuto del partito e prepararsi ad un fuoco di fila da parte di chi, analisti e avversari politici, vedono nella assoluta concentrazione di poteri un pericolo per la democrazia del Paese.