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Grillo, fastidiosi impicci e trascurabili dettagli

“Se vinciamo le Europee, il giorno dopo vado da Napolitano e chiedo di fare un governo guidato da noi”.

In piena trance agonistica da campagna elettorale, o forse ripassando le battute per il comizio serale a pagamento, o magari contagiato dal clima spariamolagrossa da amici in spiaggia – certo, mancavano il falò e la chitarra – Beppe Grillo ha deciso che il risultato delle elezioni per il Parlamento Europeo avrà impatto diretto sulle sorti del Governo italiano.

Il che già sarebbe discutibile di per sé, ma poi qualcuno deve aver ricordato all’anziano boccoluto che per fare un governo non basta chiederlo, anche con garbo maggiore di quello abitualmente usato da lui. No, c’è quell’antipatico impaccio della fiducia parlamentare, cosa che le Camere di oggi potrebbero essere vagamente restie a concedere a un monocolore cinquestelle.

Senza perdersi d’animo, Beppe ha immediatamente messo in campo il piano B: “Se il M5S sarà votato come primo gruppo politico alle europee dovranno avvenire due cose, immediatamente. La prima è che Napolitano dovrà dimettersi, non rappresenta più da tempo il sentimento del Paese né la volontà degli elettori. La seconda cosa che dovrà avvenire sono le elezioni politiche anticipate”.

Sfortunatamente, anche in questo caso le cose potrebbero non funzionare proprio come auspica il capo5S. E non solo perché il presidente della Repubblica non deve rappresentare la volontà degli elettori – che infatti, guardacaso, non votano per quella carica – ma soprattutto perché in caso di dimissioni di Napolitano prima di passare alle elezioni ci sarebbe il dettaglio – agli occhi grillini certo trascurabile – di un nuovo Capo dello Stato da eleggere. Così, tanto per avere qualcuno che possa sciogliere le Camere…


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