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Governo e Parlamento s’interrogano su Tap, South Stream e sicurezza energetica

Sicurezza energetica e concorrenza non sono contrastanti”, e “costituiscono il fulcro della proposta” della Penisola tanto al G7 che si tiene a Roma, quanto nel prossimo semestre europeo a guida italiana.

Così Claudio De Vincenti (nella foto) nel suo intervento al seminario “Verso il G7 Energia” tenuto ieri presso la sede romana del Centro Studi Americani.

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CASINI E MUCCHETTI “VERSO IL G7 ENERGIA”. LE FOTO DI PIZZI

Un appuntamento che ha anticipato il vertice vero e proprio, articolato tra ieri e oggi nella Capitale e presieduto dalla titolare del ministero dello Sviluppo economico del governo Renzi, Federica Guidi, che ha annunciato nel pomeriggio un accordo sul gnl con il ministro canadese Rikford.

L’IDEA DEL GOVERNO

Per il vice ministro del Mise, De Vincenti, è impossibile scindere la debolezza strutturale italiana ed europea dalla mancanza di un mercato unico continentale dell’energia. “Per noi – ha sottolineato rivendicando i passi compiuti verso una strategia energetica nazionale iniziata a definirsi quand’egli era sottosegretario, sempre al Mise, durante il governo Monti – la Tap (la pipeline che trasporterà gas dall’Azerbaijan all’Italia) è strategica per garantire la sicurezza e la concorrenzialità” del settore energetico in Italia e in Europa. “La Penisola – ha aggiunto, allontanando l’ipotesi di un blocco dei lavori per resistenze locali – è stata un Paese leader nell’elaborazione del progetto Tap, nella sua affermazione diplomatica, nel condurre l’interlocuzione con il consorzio Shah Deniz e il governo azero, così come nel convincere la Commissione europea a cambiare atteggiamento e a riconoscere che il Tap era strategicamente e commercialmente più utile del Nabucco west“.

DE VINCENTI (MISE) PARLA DI TAP E SOUTH STREAM. LE FOTO DI PIZZI

Allo stesso modo ha promosso il gasdotto South Stream (che unirà la Russia all’Europa centrale), messo alla prova dalla crisi ucraina. Il progetto, ha detto, “resta fondamentale” per l’Italia, anche se il punto di arrivo della conduttura sarà in Austria e non a Tarvisio, in Friuli Venezia-Giulia. “La Penisola ha sostenuto il progetto fin dall’inizio, anche quando il punto di arriva era in Austria. Riteniamo che il South Stream garantisca una diversificazione delle rotte e sia un progetto da portare avanti“, ha detto ancora il viceministro. “La posizione italiana sostenuta in sede europea – ha aggiunto – è di cercare di sciogliere i nodi regolatori“.

La Russia ha recentemente presentato una denuncia contro le regole del mercato energetico europeo, accusandole di violare le norme internazionali. Mosca ha sporto denuncia in particolare contro il Terzo pacchetto energia dei Paesi dell’Unione Europea, il cui obiettivo dichiarato è promuovere la concorrenza nel settore energetico continentale e abbassare i prezzi (ma anche ridurre il controllo che colossi come Gazprom potranno esercitare su gasdotti e oleodotti europei).

LA STRATEGIA DI CASINI

Un percorso non semplice per il presidente della Commissione Esteri, Pier Ferdinando Casini, o comunque da adottare con estrema cautela. “L’Europa dipende dalla Russia come la Federazione russa dipende dal Vecchio Continente“, ha sottolineato l’esponente centrista, rimarcando la criticità dell’attuale scenario ucraino, “dove la crisi si sta dimostrando sempre più consistente e qualcuno inizia a parlare apertamente di guerra“. Il presidente della commissione Esteri ritiene che in tale contesto “il governo italiano fa bene a rafforzare il dialogo“, ricordando la recente visita in Italia di alcuni esponenti della Duma e la prossima visita di una delegazione parlamentare italiana a Mosca. L’Italia, da parte sua, deve agire per “diversificare le forniture energetiche e le rotte di approvvigionamento“, ha detto ancora Casini, citando South Stream, “indipendente e precedente alla crisi ucraina”, e la Tap. “Bisogna impedire che l’Italia perda questa occasione“, e non diventi vittima delle “strumentalizzazioni politiche“.

L’OPINIONE DI MUCCHETTI

Diversa l’opinione del presidente della commissione Industria al Senato, Massimo Mucchetti, che darebbe la preferenza alla Tap rispetto al South Stream perché la prima rappresenta “un’alternativa concreta al rafforzamento dei legami con la Russia”.

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AL CENTRO STUDI AMERICANI SI DISCUTE DI SICUREZZA ENERGETICA. LE FOTO DI PIZZI


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