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Chi è Gian Piero Scanu, l’uomo che vuole disintegrare gli F-35

Entro giugno“. Sono questi per Gian Piero Scanu i tempi per “portare in Aula o in commissione una risoluzione per impegnare il governo” a seguire quanto contenuto nella relazione al termine dell’indagine conoscitiva sugli F-35 approvata ieri in commissione Difesa alla Camera. Le linee guida espresse in quel testo dovrebbero portare il governo Renzi ad opzionare solo metà dei 90 velivoli previsti finora per sostituire quelli in via di obsolescenza in dotazione all’Aeronautica Militare.

Scanu, capogruppo Pd in commissione Difesa alla Camera, è l’uomo simbolo della battaglia condotta da un gruppo consistente dei democratici contro il velivolo di Lockheed Martin.

IL DOCUMENTO DI SCANU

Sua la firma sul documento finale del Pd (qui un estratto) in cui il parlamentare solleva una serie di dubbi (smontati da alcuni esperti) sul programma Jsf. “Lo schema di accordo – sostiene Scanu – non offre sicure garanzie, dal punto di vista della qualità e del valore, sul piano di ritorni industriali e occupazionali significativi“. Scanu, si sofferma poi sulla natura del velivolo: “Considerazioni di natura finanziaria, operativa e di politica industriale, spingono a rinnovare la flotta aerea militare su due linee di volo, ovvero con gli F35 e gli Eurofighter, tra loro complementari e in grado di operare in ambiente sia Nato che UE. In questa stessa ottica appare ragionevole, infine, esplorare anche altre soluzioni, meno impegnative dal punto di vista finanziario, per quanto riguarda il rinnovamento degli aerei a decollo verticale“, scrive. Infine, nel suo documento il capogruppo Pd in Commissione Difesa a Montecitorio parla di “un fattore di dipendenza operativa da istanze politico-industriali statunitensi“.

Il testo originale di Scanu ha però subito delle modifiche; è stato tolto dal documento qualsiasi accenno a moratorie e dimezzamenti di budget.

LA CARRIERA POLITICA

Nato a Telti, in Sardegna, il 30 novembre 1953, Scanu è laureato in Scienze politiche; si avvicinò da adolescente alla politica (aderendo alla Democrazia Cristiana e venendo eletto consigliere comunale nel 1980) e di sindacato (diventando delegato di fabbrica della Cisl). Dal 1985 al 1994 è stato sindaco di Olbia. Nel 1994 aderì al Partito Popolare Italiano ed al termine delle elezioni politiche dello stesso anno venne eletto deputato nazionale per la coalizione del Patto per l’Italia cui aderiva il PPI.

Successivamente ha aderito alla Margherita, diventandone segretario locale nella provincia di Olbia-Tempio. Nella XV legislatura è stato sottosegretario di Stato non parlamentare alle Riforme e Innovazioni nella pubblica amministrazione nel secondo governo Prodi. Attualmente è membro della IV Commissione permanente (difesa) e della Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito del Senato.

LA POLEMICA INPS
In passato Scanu fu al centro di una polemica relativa alla sua carriera nell’Inps. Come ha raccontato il Corriere della Sera, “il 14 dicembre del 2004, il direttore generale dell’ente previdenziale Vittorio Crecco stabilisce il trasferimento «in mobilità» dell’allora esponente di spicco della Margherita dai ranghi della Regione Sardegna a quelli dell’Inps, dove viene inquadrato come «dirigente di seconda fascia» fuori ruolo”. Dopo “quindici giorni… il Senato approva un ordine del giorno… che stabilisce il principio secondo il quale l’incarico di consigliere di Inps, Inail, Inpdap o Ipsema, ottenuto in qualità di «esperto scelto fra i dirigenti della pubblica amministrazione» equivale a quello di dirigente generale, cioè al massimo grado. Proprio il caso di Scanu e pochi altri, che in questo modo, terminato l’ incarico da consigliere, potranno conservare stipendio, scrivania e segretaria: questa volta a tempo indeterminato“.

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