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Perché Germania e Usa bisticciano su Putin

La Germania non vuole sacrificare il suo “legame speciale” con la Russia di Vladimir Putin sull’altare delle tensioni ucraine tra Mosca e Washington.

In ballo ci sono non solo esigenze politiche e retaggi storici, ma soprattutto interessi economici.

PROMUOVERE IL DIALOGO

Berlino, nonostante i rapporti tra Cremlino e Casa Bianca siano ridotti all’osso e non siano escluse nuove pesanti sanzioni occidentali (a cui la stessa Germania si oppone), insiste nell’apertura di un canale di dialogo tra il governo ucraino e i filorussi, dopo il risultato quasi plebiscitario del referendum in Crimea. Il 90% degli elettori nelle regioni di Donetsk e Luhansk ha dichiarato di volersi sganciare dall’Ucraina. Il Cremlino per il momento è prudente, ma la Germania vuole ritagliarsi un ruolo da mediatore. Per questo il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier è stato oggi in Ucraina dove ha incontrato il premier ucraino ad interim Arseni Iatseniuk, per discutere della crisi in atto in Ucraina, e poi andare a Odessa, città russofona nel sud del Paese.

LE CRITICHE RESPINTE

La Germania però è tra due fuochi. Già nei giorni scorsi, come racconta Reuters Deutschland, Steinmeier aveva dovuto respingere pubblicamente le critiche, sempre più insistenti, di avere una posizione ambigua su quanto accade in Ucraina. “Mostrare più forza nel conflitto – replicò il ministro degli Esteri tedesco parlando in Parlamento – vorrebbe dire prendere in considerazione l’uso dei mezzi militari: opzione che la Germania esclude. Questo aprirebbe la strada a una catastrofe“. La scelta di un intervento diretto a scopo di contenimento diventa invece sempre più probabile, soprattutto a causa della richiesta di maggiore protezione avanzata alla Nato e agli Stati Uniti dai Paesi baltici.

LE RAGIONI TEDESCHE

Ciononostante la Germania non vuole che l’Occidente faccia mosse avventate. “Il timore tedescoscriveva ieri su Formiche.net Francesco Maria Cannatàè che ora la questione ucraina potrebbe costringere la Germania a rivedere quel ruolo di ponte tra Europa e Russia costruito negli anni della riunificazione e di cui il Paese è geloso“, anche perché è stato foriero di numerosi vantaggi dal punto di vista commerciale ed energetico (Berlino è il primo mercato europeo del gas russo).  Se la fine del governo guidato da Gerhard Schröder – prosegue Cannatà – ha segnato anche l’archiviazione del partenariato strategico russo-tedesco. Ciò non ha significato affatto la fine dei rapporti speciali tra i due Paesi. Il partenariato continua a esistere ma con Angela Merkel questo è finalizzato all’innovazione“.

LA DAVOS RUSSA

A conferma della posizione inamovibile di Berlino (almeno per il momento), c’è la conferma che dal 22 al 24 maggio tutte le più grandi imprese tedesche parteciperanno al vertice finanziario di San Pietroburgo, noto come la “Davos russa”.
Barack Obama, invece – spiega Der Spiegel – ha convinto i colossi americani a disertare l’appuntamento. Un motivo in più di attrito nei rapporti recenti tra Germania e Usa.



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