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Tutti i progetti di Ansaldo Nucleare

Sbarcare nel mercato asiatico ed espandere il proprio business grazie a settori altamente remunerativi come il decommissioning.

Con queste mosse Ansaldo Nucleare prepara un rilancio che passa da un nuovo piano industriale che coinvolge l’intero gruppo.

L’ARRIVO DEI CINESI

Il 19 maggio scorso era stato l’amministratore delegato della capofila Ansaldo Energia, Giuseppe Zampini, ad anticipare al Corriere Economia il potenziamento delle attività nucleari dell’azienda, già candidata a diventare leader globale nelle turbine a gas grazie all’entrata nel capitale di Shangai Electric (con una quota di minoranza del 40%). Una collaborazione che conterà anche sulla costituzione di due joint venture italo-cinesi e sullo sviluppo di un centro di ricerca e sviluppo a Shanghai.

Ci quoteremo in borsa fra un anno e mezzo“, ha detto. Prima “chiudiamo con Sec, poi dovremmo concludere a brevissimo un’acquisizione in Inghilterra nel campo dello smantellamento delle centrali nucleari“.

POTENZIARE IL RAMO NUCLEARE

Un’acquisizione che è arrivata ieri, quando la società partecipata dal Fondo Strategico Italiano con una quota pari all’84.55%, ha comunicato con una nota di aver sottoscritto, attraverso Ansaldo Nucleare, l’acquisizione – per un valore di circa 36 milioni di euro – del 100% di Nuclear Engineering Services, società britannica impegnata nel più grande programma di smantellamento nucleare nel Regno Unito.

NUOVE COMPETENZE NEL DECOMMISSIONING

L’accordo permetterà al ramo nucleare di Ansaldo Energia di acquisire competenze più vaste nei settori del decommissioning e degli impianti nucleari, espandendo la gamma di servizi da offrire e la propria presenza sui mercati internazionali, a partire da quello inglese considerato molto promettente dall’azienda.

LE CRITICHE

L’acquisizione ha attirato anche qualche voce critica, convinta che le attività di smantellamento delle centrali siano destinate ad essere sempre meno proficue, poiché destinate a diminuire, e non necessarie, dal momento che la radioattività dei siti non più operativi rimane blanda.

LA RISPOSTA DI SINOPOLI

Una centrale si può “pure lasciarla così” – commenta su Facebook Umberto Sinopoli, presidente di Ansaldo Nucleare – ma “non vedo l’utilità di moltiplicare archeologia industriale“, soprattutto “se un territorio può essere destinato ad altri usi non capisco cosa ci sia di male. Smantellare una centrale è un’operazione tecnologica, industriale e produttiva del valore quasi pari a quello della costruzione. E le risorse per farlo sono accumulate negli anni di esercizio della centrale, di solito dopo soli 10 anni di attività sui 30-40 del suo ciclo di vita“.



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