Avrebbe dovuto costituire il punto culminante e l’approdo vincente del percorso avviato con “Officina per l’Italia”: una nuova formazione politica nutrita dall’ambizione di trasformarsi nel polo di aggregazione di una costellazione che vada oltre la destra nazionale, per abbracciare filoni cattolico-popolari, riformisti, liberal-conservatori.
TENTATIVO FALLITO?
Ma la travagliata gestazione della lista Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale non ha per ora risposto alle originarie aspettative dei promotori. Perché è fallito il tentativo di ricomporre la diaspora di tutte le famiglie un tempo riunite in Alleanza Nazionale.
E così, alla vigilia di un voto cruciale per il Parlamento europeo nel quale il partito guidato da Giorgia Meloni è chiamato a sfidare una durissima soglia di accesso del 4 per cento dei suffragi, prende corpo l’interrogativo sull’orizzonte e l’identità di una destra poco incisiva nell’agenda pubblica. Problema che va a inserirsi nella cornice desolante di una galassia conservatrice-moderata sempre più frastagliata e a rischio di implosione.
(ECCO IL PROGRAMMA DI FRATELLI D’ITALIA-AN ALLE EUROPEE)
UN PANORAMA FRAMMENTATO
Riproducendo nell’Italia del terzo millennio la deriva di scissioni e anatemi che hanno rappresentato la cifra del mondo socialista e comunista, tutte le figure di rilievo della destra nazionale si muovono in ordine sparso in vista del rinnovo dell’Assemblea di Strasburgo, come messo in luce da Francesco De Paolo su Formiche.net.
SCELTA CONTROCORRENTE
Un tempo numero uno carismatico e indiscusso di AN, Gianfranco Fini è orientato ad appoggiare i liberali di Scelta Europea, la formazione che presenta come candidato presidente Guy Verhofstadt. Il suo braccio destro in Futuro e Libertà Fabio Granata ha traslocato nell’aggregazione ecologista Green Italia-Verdi Europei, nella quale guida la lista in Sicilia e Sardegna.
(TUTTI I CANDIDATI DELLE LISTE FRATELLI D’ITALIA-AN ALLE EUROPEE)
NEL CENTRODESTRA MA FUORI DA AN
Radicalmente contraria la scelta di Altero Matteoli e Maurizio Gasparri, rimasti con convinzione nella rinata Forza Italia. Realtà con cui ha siglato un’alleanza elettorale la Destra di Francesco Storace, deluso dall’incompatibilità con FdI “perché l’unione delle destre è fallita”. Nel Nuovo Centro-destra sono confluiti altri storici esponenti della componente “sociale” di Alleanza Nazionale come Andrea Augello, Marcello De Angelis, Roberta Angelilli.
I COMPAGNI DI VENTURA DI GIORGIA MELONI
Al progetto promosso da Giorgia Meloni e Ignazio La Russa hanno aderito in momenti distinti Gianni Alemanno, candidato per Fdi-AN nel Mezzogiorno, e l’ex vice-presidente di FLI Italo Bocchino, che in tal modo ritiene di far vivere la lezione del suo maestro Giuseppe Tatarella, teorico del superamento dei confini del Polo per le libertà.
(NUMERI, CANDIDATI E CURIOSITA’ DELLE ELEZIONI EUROPEE)
UNA BATTAGLIA IN SALITA
A fianco di “liberali doc” come Guido Crosetto e cattolici intransigenti quali Magdi Allam, gli ex colonnelli di Fini sono pronti a portare avanti la campagna contro l’Unione monetaria e per uno smantellamento controllato dell’Euro-zona.
Ma devono fare i conti con la battaglia della Lega Nord, che grazie alla candidatura dell’economista Claudio Borghi può rivendicarne la primogenitura nell’opinione pubblica. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale è costretta a rincorrere “gli alleati-rivali” del Carroccio. E la prova eloquente si può cogliere nei rapporti tutt’altro che univoci con il Front National di Marine Le Pen, capofila dei gruppi euro-scettici e alleata di Matteo Salvini.
SPERANZA VELLEITARIA?
È rimasto estraneo alle complesse dinamiche che hanno caratterizzato l’inquieta galassia della destra Roberto Menia. Già promotore con Storace e Adriana Poli Bortone del Movimento per l’Alleanza Nazionale, ha preferito dedicarsi al Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo fondato da Mirko Tremaglia. Le sue parole sono una mescolanza di realismo e aspirazione: “Lo scontro politico-elettorale vedrà protagonisti Matteo Renzi e Beppe Grillo. Non posso che sperare che poi nasca una cosa seria a destra”.
Prospettiva che non può prescindere dall’appuntamento con le urne. E dall’esigenza di raggiungere l’asticella del 4 per cento dei consensi per il Parlamento europeo, da molti analisti ritenuta la cartina di tornasole per verificare il successo di un progetto politico.
(I PROGRAMMI A CONFRONTO DI TUTTI I PARTITI PER IL VOTO DEL 25 MAGGIO)
LA VISIONE PESSIMISTICA DELLO STORICO
A considerare improbabile il superamento della soglia di accesso per l’Assemblea di Strasburgo è lo storico del Medioevo Franco Cardini. Lo studioso è convinto che verso Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale si orienterà l’antico bacino di consenso del Movimento sociale: “Un mondo che malvolentieri accolse la Svolta di Fiuggi e ancor meno accettò l’annessione di AN nel Popolo della libertà”.
Il ritorno alle origini missine è avvalorato per Cardini dalla figura di Giorgia Meloni, “non compromessa, attiva, informata, carismatica, stimata. Purtroppo al suo fianco sono entrati politici privi di credibilità”. Mentre il richiamo anti-euro, rimarca lo storico, verrebbe punito dall’oligarchia economico-finanziaria. E rappresenta una torta politica-elettorale da condividere con troppi soggetti: “È per tale ragione che la fiamma tricolore non basterà a FdI”.
NULLA E’ IRRIMEDIABILE
Ma una sconfitta elettorale, precisa lo studioso del Medioevo, non equivale al fallimento della scommessa di Meloni: “Si tratterà soltanto di una falsa partenza”. Al contrario di quanto afferma Grillo, Cardini è persuaso che le Europee non produrranno sconvolgimenti nel panorama politico-istituzionale italiano né sul governo.
Nessuna resa dei conti da vivere con un’attesa messianica. Tanto più che – rileva – i cittadini sceglieranno rappresentanti di livello secondario in un’assemblea priva di reali poteri. A suo giudizio l’unico rischio per Fratelli d’Italia è un “abbandono generalizzato della nave che lasci da sola Meloni”.
L’AUSPICIO DEL GIORNALISTA E SAGGISTA
Una sincera speranza nel raggiungimento del 4 per cento dei voti è espressa da Gennaro Sangiuliano, vice-direttore del Tg1 e attento osservatore delle tendenze profonde nella cultura politica conservatrice. Per il coautore di “Una Repubblica senza patria”, con una simile affermazione elettorale si potrebbe creare il nucleo per ricostruire una credibile presenza della destra in Italia: “Perché vi è un patrimonio storico-culturale da salvaguardare, un’esperienza che non può essere interrotta”.
(LO SPECIALE DI FORMICHE.NET SULLE EUROPEE E SUL CENTRODESTRA UNITARIO)
UN CENTRODESTRA A 4 PUNTE
Ma vi è un elemento politico ancor più rilevante per il giornalista. “Se FdI-AN arriva o si avvicina al 4 per cento, la Lega Nord conferma il 5 attribuito dai sondaggi e così fa il Nuovo Centro-destra, nel campo moderato prenderebbe corpo un blocco del 15 per cento circa dei consensi che ha più o meno la consistenza di Forza Italia”.
Si potrà dunque disegnare “uno schieramento a 4 gambe” riproponendo in forme rinnovate il modulo vincente della Casa delle libertà. Diverso scenario, evidenzia Sangiuliano, si presenterebbe se il partito di Giorgia Meloni oscillasse attorno al 2 per cento: “Cifra che segnerebbe un’autentica débâcle”.