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Massimo Cacciari spiega perché nel centro-destra è impossibile una Leopolda stile Renzi

Il responso delle urne europee certifica il fallimento politico, con l’unica eccezione della Lega Nord, dei pianeti e satelliti che compongono la galassia del centro-destra. A uscirne fortemente screditate sono le classi dirigenti, nei cui confronti comincia a farsi strada l’esigenza di un radicale rinnovamento, di un azzeramento, di una rottamazione. Formiche.net ha avanzato la proposta di una “Leopolda moderata, popolare, liberale”.

Finora, tra i grandi giornali di area conservatrice soltanto Libero, con un editoriale del direttore Maurizio Belpietro, ha invocato una nuova leadership contro facili tesi auto-consolatorie: “Perché Forza Italia e NCD non hanno saputo dire agli elettori cosa sono e cosa vogliono. Un ciclo è finito. È necessario aprire le porte a idee e facce nuove”. Per capire chi e in che modo può rilanciare lo schieramento alternativo al Partito democratico, Formiche.net ha sentito il filosofo già primo cittadino di Venezia Massimo Cacciari.

È percorribile l’ipotesi di una “Leopolda di centrodestra?

Lo schieramento conservatore-moderato dovrebbe avere un “leopoldino”, un “renzino”. Ma al momento non esiste. E il non essere si può soltanto immaginare. Non possono certo fare un’iniziativa del genere con Silvio Berlusconi o Angelino Alfano.

Elezioni primarie per l’intera coalizione potrebbero costruire la nuova leadership?

Sì, ma devono esservi leader capaci di confrontarsi in campo aperto. Tuttavia l’ex Cavaliere, al pari di Renzi, ha fatto il vuoto attorno a sé. Per cui possono promuovere tutte le consultazioni che credono, ma con un “effetto zero” a causa della mancanza di materia prima. Peraltro le primarie si celebrano a ridosso di una tornata elettorale. Alla luce del risultato del voto europeo mi chiedo quale sia per il centro-destra la convenienza nel ritornare alle urne.

Quali personalità possono sfidare gli attuali vertici dei partiti conservatori e moderati?

Sinceramente non ne vedo. Raffaele Fitto non avrebbe chance di vittoria da Roma in su. Marina Berlusconi è un’ottima imprenditrice, ma non ha vocazione politica. Forse funzionerebbe meglio Barbara. Ma l’idea della dinastia è fallimentare.

L’ex “formattatore” Alessandro Cattaneo potrebbe avere il profilo giusto?

Forse. Giocare la carta di un primo cittadino preparato e competente, non meno di Renzi, può essere interessante. Tuttavia il copyright appartiene all’ex sindaco di Firenze. E una figura gradevole come Cattaneo rischia di essere percepita come fotocopia del premier.

Viste le incompatibilità programmatiche nel centro-destra su Euro-zona e immigrazione, è possibile ricostruire un’alleanza unitaria?

Sarà inevitabile con una riforma elettorale che obbliga a formare coalizioni. L’alternativa è non arrivare al ballottaggio ed essere condannati alla marginalità politico-istituzionale. A meno che il centro-sinistra torni a farsi del male e perda il proprio appeal.

È uno scenario plausibile?

Sì. Perché Renzi ha una tendenza perversa ad agire da solo e ad attorniarsi di una corte di persone compiacenti. Carenze caratteriali che possono tradirlo in ogni momento.


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