Per evitare il rischio liquefazione e marginalità politica, le forze del centro-destra uscito deluso e sfibrato dal voto europeo devono ragionare sulla costruzione di una grande alleanza conservatrice, popolare, liberale in grado di superare conflittualità stucchevoli e dissensi profondi.
Formiche.net ha proposto la strada di una “Leopolda dei moderati”, sul modello dell’esperienza promossa nel Partito democratico da Matteo Renzi. Ricetta che trova assai scettico Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e firma del Foglio e Repubblica.
Per il ceto dirigente del centro-destra è giunta l’ora della “rottamazione”?
Non credo a nessuna “Leopolda dei conservatori e dei moderati”. A destra deve prevalere l’atto di volontà di un leader forte, capace di ricostituire un’alleanza vincendo le divergenze programmatiche. Ma la logica della decisione non può affermarsi con Silvio Berlusconi, vecchio leone ormai stanco che continua a calamitare l’attenzione del suo stato maggiore con un semplice battito di ciglia.
Autentiche elezioni primarie potrebbero concorrere a costruire la nuova leadership?
Assolutamente no. Vede, Berlusconi si è abituato a vivere una farsa che rischia di replicarsi in tragedia. Deve tenere a mente ciò che è accaduto a Umberto Bossi. Perché sta ripetendo gli stessi schemi che portarono al tracollo del Carroccio guidato dal senatùr.
Quali analogie vede?
La presenza pervasiva attorno al capo di un “cerchio magico”. E soprattutto di due donne con un peso politico notevole e inaudito rispetto ai tradizionali meccanismi della politica. Bossi poi aveva immaginato una successione familiare alla testa delle “camicie verdi”, designando il figlio Renzo. Anche l’ex Cavaliere, pur con continui retromarcia, ha ventilato una trasmissione dinastica della guida di Forza Italia. Bossi, infine, aveva realizzato un processo di cooptazione per certificata fedeltà. Un’operazione del genere è stata portata avanti tra gli “azzurri”, provocando attese che si sono frantumate di fronte al consenso insperato guadagnato da ex delfini come Raffaele Fitto.
Il Carroccio ha saputo risorgere dalle macerie di scandali e ruberie.
È accaduto perché un militante-dirigente come Matteo Salvini, combattendo all’interno del movimento lo stesso fondatore, ha salvato un patrimonio politico e territoriale di consenso. La farsa di Bossi ha trovato la sua catarsi con il nuovo segretario. Il fenomeno berlusconiano ha bisogno della stessa cura. Ma, al contrario della Lega Nord, Forza Italia non è un partito di militanti e amministratori. Per questa ragione non ha saputo fare i conti con se stessa tagliando i rami malati. Farlo adesso è molto difficile. Ormai siamo giunti alla fase terminale.
Marina Berlusconi potrebbe ricoprire il ruolo di leader forte?
Finché la destra resterà intrappolata in meccanismi simili neanche la presidente di Mondadori potrebbe realizzare tale catarsi.
Il centro-destra è condannato a vivere da spettatore un bipolarismo tra Grillo e Renzi?
No. Il Movimento Cinque Stelle è uscito sconfitto dalle urne europee ed è in fase calante. Il confronto politico nel futuro vedrà protagonisti Renzi e gli anti-renziani di sinistra. A quel punto il centro-destra sarà costretto a sostenere il leader del PD.