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Tutte le mosse di Putin, Lukashenko e Nazarbayev verso l’Urss 2.0

Una mossa in chiave anti Ue, voglia di espansione per arginare gli effetti della recessione economica o il ritorno ai fasti della vecchia Urss?

Putin, Lukashenko e Nazarbayev hanno firmato un trattato che getta le basi per la creazione dell’Unione economica eurasiatica, inizialmente tra Russia, Bielorussia e Kazakistan. Una sorta di mega unione doganale (già esistente in altra forma fra i tre Paesi) con l’obiettivo di strutturare un maggiore coordinamento che sia anticamera allo spazio economico unico. E così mentre l’Ue non riesce ad avere una politica estera unitaria, c’è qualcuno a est che prova a strutturare quella che alcuni analisti hanno definito una Urss 2.0.

LA FIRMA

In seguito alla prevista ratifica da parte dei parlamenti dei tre Paesi, la Ceea inizierà ad essere attuata a partire dal primo gennaio 2015. Da quel momento in poi non solo l’unione doganale sarà di diverso impatto, ma cambieranno strategie e modelli della cooperazione economica con una nuova piattaforma sistematica finanziaria, che nelle intenzioni dovrà essere capace di coordinare quattro macro aree: i sistemi finanziari degli aderenti, la politica industriale, quella agricola e del mercato del lavoro.

COME FUNZIONERÀ

Saranno i principi del Wto a regolamentare questo immenso mercato che abbraccia idealmente almeno 170 milioni di cittadini, i quali, secondo Vladimir Putin, raggiungeranno un “nuovo livello di integrazione” tra Mosca, Minsk ed Astana. Sono in molti a definirlo il sogno di Putin dal momento che non si tratta esclusivamente di una pietra miliare all’interno del meccanismo di integrazione nello spazio eurasiatico, ma di fatto rappresenta una nuova massa in contrapposizione a un’Unione europea in cerca di se stessa e attraversata dalle spinte degli euroscettici appena approdati in massa nel nuovo Parlamento di Strasburgo.

LA CEEA

I riverberi di natura geopolitica della Ceea spazieranno dal petrolio al gas (dopo l’accordo Mosca-Pechino) , dalle infrastrutture all’ambiente, dalle nuove strategie legate all’agricoltura fino all’industria vera e propria. Un dato oggettivo è dato dall’incremento che verrà registrato alla voce opportunità di business per la realizzazione di investimenti congiunti, senza dimenticare due elementi secondari ma di un rilevante peso specifico come la cooperazione e la comunicazione. All’orizzonte già si profila una road map per l’adeguamento della legislazione del Kirghizistan, ma con porte aperte all’Armenia già a giugno, come  scrive il francese Liberation, secondo cui c’è già il nulla osta del presidente Serzh Sargsyan.

LE REAZIONI

Per gli esperti, queste mosse avranno sicure conseguenze, poiché l’area del pianeta che detiene un terzo del gas mondiale e il 15% del petrolio ha deciso di fare massa ed unirsi sotto la stessa bandiera. Tuttavia quando Nazarbayev dice a chiare lettere che “questa unione è economica e non pregiudica la sovranità degli Stati partecipanti” non solo sottolinea un’evidenza formalistica ma sgombra il campo da altre riflessioni circa la portata generale dell’operazione, su cui restano i dubbi di molti analisti. Ciò su cui si interrogano dall’altro versante dell’Atlantico è se questa mossa possa essere propedeutica ad altro, dal momento che lo stesso Putin nel 2005 aveva definito la dissoluzione dell’Unione Sovietica “la più grande catastrofe geopolitica” del ventesimo secolo.

Twitter@FDepalo


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