Ogni crisi presenta nuove opportunità. Se questa regola vale in economia, tanto più ha senso in politica.
Le recenti elezioni europee hanno fatto emergere tutta la debolezza dell’offerta politica collocata fra le aree di centro e di destra. Dopo la fine della Prima Repubblica, questo spazio è stato reinventato e occupato da Silvio Berlusconi.
All’inizio, la sua iniziativa politica venne accompagnata da un lavoro culturale non banale svolto dai cosiddetti professori che successivamente, un po’ troppo presto forse, finirono per essere marginalizzati.
La diffusione di massa del pensiero liberale indubbiamente si registrò in quel periodo e grazie a quella comunicazione e quel marketing che poi sono stati utilizzati per promuovere concetti e slogan molto meno culturalmente densi.
Nel corso del ventennio, quella avventura si è sempre più ripiegata sulla sola figura del leader. Entrata in crisi questa, è emersa l’evanescenza del progetto. Per essere chiari e non ipocriti, qui non ci si riferisce solo ai tifosi di Berlusconi ma anche ai suoi oppositori che, numeri alla mano, hanno sin qui fallito nella sfida all’alternativa.
Siamo arrivati qui, quindi. Alle macerie. Da dove ripartire allora? Formiche.net grazie alla propulsione del suo direttore Michele Arnese ha lanciato il tema riassunto nella formula della Leopolda Blu. Non è l’unica proposta in campo ovviamente, e per fortuna.
Per la verità però non ci sono neanche troppe idee in giro, se non legate all’illusione di gestire il giorno dopo giorno all’insegna di alleanze che si fanno e disfanno nel tentativo di cogliere ancora qualche rendita di posizione.
In questo quadro fa eccezione, e merita di essere segnalato, Daniele Capezzone. L’esponente politico di Forza Italia ha voluto “a caldo” subito dopo il voto sfornare un ebook che non è affatto di propaganda sterile (l’avrebbe sennò proposto prima delle elezioni) ma è invece un tentativo serio e organico di offrire un software nuovo e solido al centrodestra.
Il libro, disponibile online, parla di idee e proposte che sono ancorate a una chiara visione culturale che potremmo, per sintesi, riassumere nel filone liberista di stampo anglosassone. Dopo lustri interi passati a ragionare di formule politiche, Capezzone entra nel merito e ci dice quali sono i contenuti del “suo” centrodestra.
Per essere chiari, chi scrive proporrebbe una piattaforma diversa ma almeno avremmo qualcosa di serio e vero su cui discutere per poi arrivare a una elaborazione inclusiva e ampia.
Il progetto editoriale Formiche nasce con l’aspirazione di offrire uno strumento di cultura politica volto a migliorare la qualità del dibattito pubblico. In quello di Capezzone riconosciamo lo stesso sforzo e, ben al di là della condivisione delle singole proposte o interpretazioni (cito ad esempio la diversa valutazione sul ruolo del capo dello Stato), crediamo che al centrodestra – l’attuale, quello in nuce dei neo-leopoldini, quello che poi in qualche modo verrà – questo lavoro culturale serve più di tutto e prima di tutto.
Discutiamone quindi. Con passione e senza rinunciare a critiche o rilanci. Ma non lasciamo che pure questo generoso tentativo resti nell’archivio sconfinato delle occasioni perse.
La crisi è ora. Ed è ora anche l’opportunità.