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Tutti i valori del centrodestra leopoldino

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Trovo molto opportuna e interessante l’analisi di Benedetto Ippolito che ha tracciato su Formiche.net una linea di confine tra il centrosinistra governativo e il centrodestra su temi che includono l’etica e la famiglia, prendendo spunto dall’avvicinamento di molti vendoliani di Sel al Pd e al prossimo inizio del dibattito parlamentare sulle unioni civili.

Tuttavia, secondo me non basta individuare delle stelle polari nell’ambito dell’etica per differenziarsi dall’offerta politica di Matteo Renzi e dei suoi alleati a sinistra.

Il governo Renzi ha utilizzato la strategia degli 80 euro, che si è certo rivelata molto efficace a livello elettorale, in modo abile e spregiudicato. Però, questa apre notevoli problemi dal punto di vista della tassazione: la Tasi, la tassazione dei conti correnti al 26%, le imposte sugli immobili, una riduzione molto modesta dell’Irap. Questo è indice di una scarsa attenzione al risparmio privato da parte del governo, risparmio che dovrebbe essere pilastro di un centrodestra liberale e popolare proprio perché pietra miliare su cui si costruiscono tradizione e famiglie.

Allo stesso tempo non vi è stata una significativa riduzione della spesa pubblica né sembra esserci un programma di lungo periodo per ridurre il perimetro di Stato e regole nella vita dei cittadini. Anche su questo tema il centrodestra zoppica o magari argomenta senza credibilità: eppure per chi crede nell’individuo, nella società e nelle libertà individuale la battaglia per la riduzione delle regole dovrebbe essere una bandiera perché questa è la base per esercitare la libertà d’impresa.

E, ancora, nessuno menziona una necessaria riforma della giustizia civile come fortezza attraverso la quale viene tutelata la libertà contrattuale. impiegare anni per il recupero di un credito non significa solo veder evaporare la certezza del diritto, ma subire una forte limitazione della libertà contrattuale da parte dello Stato. C’è da rispolverare la separazione tra i poteri trovando una formula non solo per un nuovo rapporto tra amministrazione e politica, ma tamponando l’emorragica influenza della magistratura penale e amministrativa nella vita politica del Paese.

Ai valori indicati da Ippolito ne aggiungerei dunque quattro: risparmio, libera impresa, libera contrattazione, rafforzamento della separazione tra i poteri pubblici. Princìpi che sono stati pesantemente affievoliti dalla legislazione statale e regionale degli utimi decenni. Effetto di cui il centrodestra non è certo esente da colpe e, proprio per questo, dovrebbe iniziare a ripensare sé stesso e innovare le facce per riacquistare una nuova credibilità.

L’impressione è che oggi non solo manchi una strategia politica, ma prima di tutto una visione del Paese ancorata a precisi riferimenti che possano essere scolpiti nel sentire dell’elettorato. Serve un racconto nuovo, basato su pilastri saldamente piantati nell’humus politico-culturale, con un affresco semplice che permetta di affrontare un mondo sempre più complesso.

(LO SPECIALE DI FORMICHE.NET SULLA LEOPOLDA BLU: FATTI, NOTIZIE E INTERVENTI)



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