L’Italia non si sottrarrà ai suoi doveri ed è pronta a intensificare i propri sforzi nel Mediterraneo e in Medio Oriente in teatri come Libia e Siria.
È questo il messaggio che il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha rivolto oggi nella sua visita a Washington Dc.
I TEATRI DI CRISI
Ricordando l’impegno dell’Italia in Libano, dove ora è chiamata ad addestrare le forze locali, e il problema dell’immigrazione proveniente da Tripoli, la titolare di Via XX Settembre ha sottolineato come questi siano oneri che Roma è pronta ad assumere, a patto che vi sia un coordinamento a livello internazionale, con un ruolo non subalterno e senza che vi sia un proliferarsi di missioni speciali guidate da vari Paesi.
Il ministro ha poi espresso preoccupazione tanto per ciò che accade in Siria e in Irak, quanto per la crisi ucraina e il deteriorarsi dei rapporti con la Russia.
L’IMPEGNO IN AFGHANISTAN
Il ministro Pinotti ha poi rassicurato sia il segretario americano della Difesa, Chuck Hagel, sia il consigliere per la sicurezza nazionale, Susan Rice, che l’Italia disporrà di un numero di forze militari sufficiente a garantire la sua presenza in Afghanistan anche dopo la riduzione della spesa prevista dalla spending review. Non solo. Roma è pronta a partecipare alla missione di stabilizzazione prevista dopo il ritiro delle truppe americane a Kabul entro il 2015.
MARÒ, GLI USA CON L’ITALIA
Non è mancato un passaggio sui due fucilieri italiani della Marina detenuti in India dal 2012. La titolare della Difesa ha incassato sul tema il sostegno degli Stati Uniti, preoccupati anche perché questo precedente – ha detto il ministro – “potrebbe indebolire le missioni antipirateria di altri Paesi”. L’unica strada, ha ribadito, “resta quella di un arbitrato internazionale”.
GLI F-35 E IL LIBRO BIANCO
Alle domande dei giornalisti circa i temi trattati nel suo incontro al Pentagono con Hagel, il ministro italiano ha detto che non è stato discusso direttamente il programma degli F-35.
Invece, ha detto la Pinotti, “abbiamo presentato le linee guida del Libro bianco, che a dicembre sarà pronto e da lì discenderanno – da una analisi di rischi e interventi cosa saranno i sistemi d’arma – e di cosa avranno bisogno”.
A questo, il portavoce del Pentagono, John Kirby, ha aggiunto che la Penisola “sta ancora cercando di capire come creare in futuro la propria flotta aerea militare” e quale sarà “il ruolo del Jsf in quel contesto”. Per questo, Hagel “ha espresso sostegno all’Italia per aiutarla a continuare a fare ciò”.