Un posto per le scarpe e uno per le armi fanno da sfondo a una delle inquadrature che hanno portato il Califfo Ibrahim (Abu Bakr al-Baghdadi, capo dello Stato Islamico) al grande pubblico. La prime immagini ufficiali, diffuse dall’IS, dopo tanti anni e tante supposizioni sul suo conto.
Ventiquattro ore dopo le voci su una possibile uccisione, il video diffuso dallo Stato Islamico dimostra che invece erano veri i rumors sulla sua presenza alla Great Nuriddin Mosque a Mosul. E’ stato lui in persona a guidare, ieri, la preghiera del venerdì (qui il sermone tradotto), invitando i musulmani di tutto il mondo ad obbedire alla sue parole.
L’apparizione video è la prima in assoluto “in solitario”: finora era stato ripreso, anche se raramente, quasi casualmente, nei campi di battaglia. Un alone di mistero che si porta dietro da anni – le ultimi immagini certe risalirebbero al 2007. Settimane fa, fonti locali, avevano fatto sapere sui social network – ormai spazio dove si vive la jihad tanto quanto quello degli scontri – della sua presenza a Mosul il 10 giugno, quando l’ondata dell’allora ISIS iniziò l’offensiva ancora in corso: ma niente riscontri e niente immagini “chiare”.
Di mistero, ne resta ancora un po’: infatti le notizie su una possibile uccisione in un raid aereo iracheno, potrebbero essere successive alle riprese nella moschea. E c’è anche chi dice che quello che recitava il sermone a Mosul non fosse Baghdadi e mette dei dubbi propri su quel mistero protratto per anni: come dire, “se non sappiamo che viso ha, chiunque potrebbe essere fatto passare per lui”. Sembra comunque, che ci siano già riscontri dai confronti sulla struttura del viso con le immagini in possesso dell’intelligence irachena e con quelle dell’archivio di Camp Bucca, la prigione americana dove avrebbe passato anni di detenzione.
A quanto pare dalle immagini, il Califfo avrebbe parlato alla presenza di un pubblico composto anche da alti notabili (il Consiglio di Stato?), forse seduti in prima fila: come ha fatto notare Daniele Raineri, giornalista del Foglio tra i più esperti conoscitori dello Stato Islamico – e non solo in Italia (così come del mondo Medio Orientale) -, Baghdadi fissa attentamente e ripetutamente le sedute appena sotto di lui, dove le immagini delle riprese sono artificialmente sfocate.
E venerdì, mentre a Mosul arrivava un lungo convoglio di mezzi IS, sarebbero state momentaneamente bloccate le linee mobile, riattivate appena dopo la partenza dei veicoli: probabilmente lo Stato Islamico ha voluto impedire la diffusione di immagini live dell’Imam, anche per evitare che potessero trasformarsi in un boomerang, facendo da puntatore per eventuali attacchi.