Dall’account Twitter @qassamfeed, gestito dalle Brigate Ezzedeen al-Qassam, arrivano le immagini di quello che sembra a tutti gli effetti un drone armato. «La Palestina ha il diritto di difendersi» è il commento che accompagna il tweet in cui i combattenti hanno postato un video che riprende l’UAV in volo.
Sarebbe fatto in casa, «homemade» per stessa ammissione delle Brigate, che hanno specificato di aver costruito diversi tipi di velivoli, sia per scopi di sorveglianza e spionaggio, sia da attacco (tramite bombardamento o modalità “kamikaze”). Attraverso alcuni tweet, hanno poi fatto sapere di aver lanciato tre droni, le cui missioni hanno interessato alcune basi militari israeliane e una, specifica, il Ministero della Guerra (a Tel Aviv). Dichiarano di aver raccolto immagini del territorio israeliano, importanti per attaccare.
In mattinata, Israele aveva dichiarato di aver abbattuto un drone palestinese lungo la costa meridionale, nei pressi di Ashdod, lanciandogli contro un missile Patriot – «praticamente come uccidere una mosca con un fucile», ha commentato all’ABC l’analista militare americano Steve Ganyard (i Patriot costano 1 milione l’uno). La Marina israeliana sta ancora cercando i pezzi del relitto, per capirne di più.
Israele non ha commentato invece le foto degli UAV armati palestinesi, anche se sono uscite indiscrezioni pubblicate dai media internazionali, secondo cui all’IDF sarebbero piuttosto scettici sulle reali potenzialità dei velivoli – pensano ad una trovata mediatica, per fini di propaganda.
Tuttavia è noto che Hamas negli ultimi periodi si è dotato di un’ampia flotta di piccoli droni: il punto, e la novità, sono le armi sotto alle ali. Secondo diversi analisti, comunque, gli armamenti montati dovrebbero essere di scarsa efficacia.