Tu chiamala se vuoi Costituente popolare. Il nome è in divenire: ieri era Coalizione popolare, oggi è Costituente, domani forse sarà alleanza.
Il grande partito di centrodestra anelato da Udc, Popolari per l’Italia e Ncd fatica a decollare. Anche il primo passo, la creazione di gruppi comuni in Parlamento, che alcuni quotidiani, come oggi La Repubblica, danno ciclicamente come imminente, stenta in realtà a essere fatto.
L’ENTUSIASMO DI NCD
In questo momento, i maggiori entusiasmi a riguardo provengono da Ncd. “Questa cosa si farà”, assicurano dal partito alfaniano. “Noi abbiamo l’ambizione di unire tutti quei moderati che sostengono il governo, ma che non sono del Pd”, ha commentato Angelino Alfano. La spinta definitiva potrebbe arrivare sabato prossimo quando Ncd si riunirà a Roma nella sua prima assemblea nazionale. “Io chiedo al mio partito di fare in quell’occasione un appello pubblico politico programmatico per la nascita di una forza politica di centrodestra che sfidi Renzi sull’innovazione e sul lavoro”, spiega a Formiche.net il deputato di Ncd Sergio Pizzolante. “Ciò che conta è che non sia una somma di sigle ma un accordo politico di soggetti a partire da un manifesto programmatico”, chiarisce il senatore Giuseppe Esposito che ha chiesto in un video l’impegno a tempo pieno di Alfano sul partito.
L’INIZIATIVA DELL’UDC
L’Udc, tramite le parole del suo segretario Lorenzo Cesa, anticipa a Formiche.net che “è in preparazione un documento che servirà a lanciare un’iniziativa rivolta a chi crede nei valori popolari, si sente alternativo alla sinistra e a ogni forma di populismo”. Anche il segretario Udc, e capo delegazione Udc-Ncd-Svp nel Ppe al Parlamento Europeo, sottolinea che la futura nuova creatura “non vuole essere e non sarà una sommatoria di sigle: parte da una base parlamentare, ma guarda ai mondi esterni alla politica e ai territori”.
Nel partito c’è chi però sottolinea che la priorità al momento è il percorso delle riforme. Un percorso che vede ovviamente nei vari soggetti in campo interessi diversi. Per questo, la creazione in concomitanza di gruppi parlamentari comuni è improbabile, è il ragionamento, perché, riflettendo posizioni contrastanti, avrebbe un effetto controproducente sul progetto stesso.
I PALETTI DEI POPOLARI
Paletti sulla nuova creatura arrivano dai Popolari. Il senatore Tito Di Maggio ne detta uno “improcrastinabile” ad Alfano: “Non appoggiare più il governo Renzi che è ben altro dal governo Letta. Il primo era un governo di emergenza nazionale che obbligava il senso di responsabilità del popolari a parteciparvi nell’interesse del Paese, il secondo, quello di Renzi, è un governo politico, demagogico e inconcludente, come sono sempre stati i governi di sinistra e che conseguentemente nessun popolare dovrebbe sentire il bisogno di appoggiare. Se partiamo da qui la Costituente Popolare potrà nascere sotto i migliori auspici”. Una condizione che sembra molto difficile verrà soddisfatta da Alfano e dal suo Ncd fieramente governativo.