Washington ha deciso di affrontare a muso duro la crisi ucraina, sfidando Mosca in una battaglia dagli esiti imprevedibili.
“Ho approvato nuove sanzioni, coordinandomi con l’Europa. La Russia deve finire di inviare armi in Ucraina e rispettare il cessate il fuoco”, ha detto ieri il presidente americano Barack Obama parlando delle nuove sanzioni imposte dagli Stati Uniti che colpiranno banche, aziende energetiche e della difesa di Mosca. “Sanzioni mirate – ha detto il presidente – che colpiranno le aziende russe e non coinvolgeranno quelle americane”.
LE PROVE DI WASHINGTON
A spingere gli Usa a inasprire le sanzioni è stato un lungo elenco di prove, raccolte in una scheda informativa del Dipartimento di Stato Usa secondo cui il governo di Mosca avrebbe offerto il suo appoggio ai separatisti filorussi che hanno portato la Crimea ad annettersi alla Russia e che ora gettano nel caos l’Est dell’Ucraina.
L’AMBIVALENZA DI MOSCA
Tra i tanti riscontri nelle mani degli Stati Uniti ci sarebbero video, testimonianze e documenti raccolti da fonti d’intelligence, che metterebbero con le spalle al muro il Cremlino davanti alle proprie responsabilità.
Il giudizio di Washington sull’atteggiamento di Mosca non lascia spazio alle interpretazioni: “mentre Mosca dice di cercare la pace – sostiene nel documento il Dipartimento di Stato – le azioni che compie non corrispondono alla sua retorica”.
LE AZIENDE DANNEGGIATE
Ecco perché nel suo intervento di ieri alla Casa Bianca il capo di Stato americano si è soffermato in particolar modo sulla crisi ucraina, annunciando nuove misure contro il Cremlino che colpirebbero aziende come Rosneft, Novateck, Veb (la banca di sviluppo statale) e Gazprombank, il braccio finanziario di Gazprom e che hanno già portato in queste ore il rublo in caduta libera nei confronti di dollaro ed euro.
IL SOSTEGNO DI BRUXELLES
Dopo la dura stretta di Washington, anche i leader europei, nel vertice di ieri sera, hanno deciso di inasprire le sanzioni nei confronti della Russia, mettendo a punto misure punitive per le aziende che sostengono le iniziative per destabilizzare Kiev.