Un modello di eccellenza e libertà di scelta nelle cure, oltre che di governo oculato delle risorse pubbliche. Ma che talvolta ha dovuto fronteggiare casi di corruzione e scarsa trasparenza. Così si presenta la realtà sanitaria della Lombardia, che il governatore Roberto Maroni vuole cambiare adattandola alle nuove esigenze dei cittadini legate all’invecchiamento della popolazione.
Tuttavia il Libro Bianco presentato dall’ex leader della Lega Nord non ha mancato di provocare le critiche di coloro che temono uno stravolgimento in senso statalista e centralista dell’assistenza regionale alla salute. Formiche.net ha voluto approfondire il tema con Mariastella Gelmini, parlamentare di Forza Italia e coordinatrice lombarda degli “azzurri”.
Come giudica le linee-guida prospettate dal presidente della Regione?
Apprezzo innanzitutto il metodo scelto da Roberto Maroni. Il Libro Bianco non rappresenta un progetto di legge definitivo, bensì l’illustrazione di contenuti e obiettivi aperti al confronto di tutti gli operatori della salute lombarda. Rientra in tale ottica l’iniziativa di dibattito e ascolto che abbiamo programmato per venerdì a Milano con i soggetti coinvolti.
Il direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni Alberto Mingardi accusa il governatore di annacquare il profilo concorrenziale della sanità regionale esaltando la centralità delle ASL.
La sua riflessione è ricca di spunti che meritano approfondimento. E che non sono del tutto fugati dalla risposta fornita dal governatore sul Corriere della Sera. Forza Italia è al fianco di Maroni nell’introdurre le misure necessarie per evitare fenomeni di corruzione e garantire la trasparenza, prima di tutto nei bilanci degli ospedali. Non a caso vogliamo mantenere il pagamento a prestazione. Ma non possiamo stravolgere il modello lombardo, che registra tassi di eccellenza nelle cure e nella ricerca a fronte di una spesa non superiore al 5 per cento del PIL regionale.
Teme che Maroni voglia ridimensionare e svilire il ruolo delle cliniche private per ragioni ideologiche?
Forza Italia non difende le strutture sanitarie private in se stesse. Ma salvaguarda e promuove la competizione tra sistema pubblico e privato, da cui scaturisce un evidente vantaggio per i cittadini e i pazienti nella tutela del bene primario salute. L’adeguamento alle trasformazioni demografiche e ai bisogni dei cittadini lombardi non può comportare una risposta centralizzatrice e statalista. Non vogliamo venga meno la libertà di scelta, la concorrenza e l’approccio sussidiario alla cura. Il governatore ci ha offerto rassicurazioni, ma attendiamo di vedere il testo.
Resta però in vigore la legittimazione politica dei vertici di ASL e ospedali.
Ritengo necessario innalzare la qualità del personale con scelte meritocratiche fondate sulla competenza. Per questo motivo rivendico alla politica regionale le competenze sulla programmazione ma non sulle nomine dei responsabili delle strutture di assistenza. Tuttavia, se la Lombardia ha raggiunto risultati elevati, è anche merito di direttori generali sanitari di qualità. Non facciamo di tutta un’erba un fascio. Colpiamo i singoli casi di corruzione ma riconosciamo il valore di un modello che ha ben funzionato.