L’accordo tra CDP Reti e State Grid of China mi sembra una decisione importantissima soprattutto perché avviene con il supporto di entrambi i governi.
È una operazione che avviene sulla scia di altre mosse cinesi verso il settore energetico italiano (PBC 2% di ENI; Petrochina 20% offshore in Mozambico di ENI; Shanghai Electric 40% di Ansaldo).
Ma la decisione di acquisire il 35% CDP Reti rappresenta a mio parere una svolta: dà accesso alla Cina, tramite China Grid, al mercato energetico italiano e, tramite questo, a quello europeo rompendo un tabù fino ad oggi esistente (il Regno Unito aveva impedito un simile deal sulle reti energetiche); per l’Italia potrebbe rappresentare una svolta simbolica nelle relazioni con Pechino (e non solo in ambito economico).
L’Italia non perde il controllo di un asset strategico ma attira capitali strategici sia per rafforzare la competitività dell’azienda anche tramite un canale privilegiato sul mercato cinese (dove China Grid ha un ruolo di primo piano nello sviluppo delle reti energetiche) e al contempo si pone in una posizione privilegiata agli occhi dei cinesi come hub di collegamento energetico tra Europa continentale e Mediterraneo.
Dobbiamo augurarci che queste operazioni siano costruite come processi win-win pensati in chiave strategica e non come iniziative una tantum frutto della necessità del momento pecché solo così potranno avere effetti realmente benefici per la nostra economia e nei rapporti di medio-lungo periodo con Pechino.
Enrico Fardella
Professore della Peking University e global fellow del Woodrow Wilson center di Washington DC