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Papa Francesco, perché per la Chiesa cattolica i Pentecostali non sono più una setta

“Qualcuno si stupisce che il Papa sia venuto a trovare gli evangelici”, ma “io sono venuto a trovare i fratelli”.

“LA CHIESA E’ UNA NELLA DIVERSITA'”

Così, Francesco, ieri a Caserta ha salutato la locale comunità pentecostale retta dal pastore Giovanni Traettino, amico di vecchia data di Bergoglio. “Per il Papa è una tentazione dire ‘io sono la chiesa, tu sei la setta’. Ma Gesù – ha aggiunto il Pontefice nel discorso a braccio ricostruito da quanti erano presenti all’incontro –  ha pregato per l’unità e lo Spirito Santo fa l’unità, la chiesa è una nella diversità”. “La divisione dei cristiani è una storia triste, e su questa strada dell’unità ci farà bene toccare la carne di Cristo e andare nelle periferie, lì dove ci sono tanti fratelli bisognosi di Dio”.

LA DOPPIA VISITA A CASERTA

Aveva fatto discutere, nelle settimane scorse, il viaggio privato del Papa a Caserta per visitare la comunità pentecostale. Polemiche che avevano “costretto” il Vaticano a rivedere il programma, fissando in tutta fretta un appuntamento anche con i cattolici, che si è tenuto sabato scorso: incontro con il clero locale e messa per Sant’Anna, patrona della città, aperta a tutti i fedeli. Settori tradizionalisti cattolici e parti non indifferenti della comunità evangelica avevano storto il naso per la decisione di Francesco.

LE PERPLESSITA’ DEGLI EVANGELICI

Ancora ieri, al termine della visita privata del Pontefice a Caserta, l’Alleanza Evangelica italiana diramava un comunicato in stampa in cui s’affermava come le distanze rimanessero intatte, osservando altresì che “l’ecumenismo si costruisce su carità e verità, non sulla comune umanità”. Il vicepresidente dell’Aei, Leonardo De Chirico, ha commentato: “E’ cambiato l’atteggiamento della chiesa romana, non la sostanza. La chiesa cattolica non è intervenuta in nessuno degli ambiti che, cinque secoli or sono, hanno portato alla riforma protestante. Va bene l’amicizia, va bene la collaborazione ove possibile, ma bisogna fare attenzione”.

IL DOCUMENTO DI APARECIDA

Francesco conosce bene la realtà evangelica, così presente nel continente sudamericano (proviene da lì il 37 per cento dei 500 milioni di pentecostali sparsi nel mondo), in particolare in Brasile. Non a caso, il Documento redatto al termine della V conferenza dell’episcopato latinoamericano di Aparecida (2007), si soffermava sulla necessità di far uscire in missione la chiesa, anche per recuperare il terreno perso nei decenni a vantaggio delle comunità evangeliche, pentecostali soprattutto.

ARCHIVIATA LA PAROLA “SETTA”

“Per i pentecostali è stata usata fino a ieri la categoria negativa di ‘setta’: ed è a riguardo di questa qualifica polemica che Francesco ha detto un’altra parola significativa, invitando a superarla”, ha scritto oggi sul Corriere della Sera Luigi Accattoli, il quale ha osservato che “è facile intuire come questa revisione del linguaggio delle controversie abbia una rilevanza che va oltre il confine delle chiese. Resta da vedere se abbia inteso proporre il superamento del termine ‘setta’ per i soli pentecostali, o per quanti si richiamano al nome cristiano al di fuori delle denominazioni storiche: non l’ha chiarito, ma si può immaginare che la sua intenzione sia stata la più ampia”.


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