Popolari, dunque alternativi ai socialisti alla Matteo Renzi. Eppure renziani, in quanto sostenitori del governo presieduto dal leader del Pd. Ma popolari e socialisti ora governano insieme solo per far fronte alla crisi economica.
Sono queste, in sintesi, le premesse della bozza definitiva del documento/appello che ha l’obiettivo principale di porre le basi per la costituzione di gruppi parlamentari unici fra Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, Udc di Lorenzo Cesa e i Popolari per l’Italia che si riconoscono ancora nelle posizioni di Mario Mauro, dopo la scissione di Lorenzo Dellai e altri.
(FACCE E VOLTI STRAVOLTI DALL’ASSEMBLEA DEL NUOVO CENTRODESTRA. FOTO DI PIZZI)
Sullo sfondo, c’è l’idea di formare un partito ispirato ai valori del popolarismo. Ci riusciranno? Chissà. Nel frattempo tra gli stessi leader dei movimenti in questione s’odono rumors tutt’altro che confortanti sullo stato dei rapporti personali, a leggere indiscrezioni raccolte dall’agenzia Agenparl.
Ecco di seguito la bozza definitiva del manifesto-appello su cui sta iniziando la raccolta delle firme fra deputati e senatori:
“L’Italia è ancora nel pieno di una crisi, economica e non solo, più lunga di una guerra mondiale. Niente, nel tessuto politico e sociale, è e sarà più come prima.
Riconoscere questa realtà significa essere disposti a superare le categorie, le definizioni e in alcuni casi anche le appartenenze del passato, per intraprendere un percorso nuovo che possa restituire speranza al Paese.
Abbiamo fin qui assistito dapprima al bipolarismo coatto imposto dalla guerra fredda, poi alla stagione dello scontro fondato sulla delegittimazione, quindi all’avvento di una fase incerta segnata da un vasto astensionismo come consapevole forma di rifiuto, dall’emersione di movimenti di protesta, dalla drammatica crisi del centrodestra, dalle alterne vicende della sinistra.
Ora dobbiamo edificare il terzo tempo della Repubblica.
E’ evidente che la competizione democratica non può fare perno su un solo partito come interprete dell’interesse nazionale. Il PD, nell’area socialista, ha la tentazione di proporsi come “partito della Nazione”, ma i sistemi democratici vivono della competizione tra forze diverse che si contendono il governo in condizioni ordinarie e hanno la forza di collaborare in situazioni eccezionali, quale quella attuale.
In questi anni le forze della tradizione popolare non sono state in grado di organizzarsi per rispondere alle sfide del nostro tempo, al fine di respingere le esaltazioni individualiste ed egoiste e riconciliare la dimensione della persona e dei suoi accresciuti diritti con la comunità in senso sussidiario e non oppressivo.
E’ giunto dunque il momento di costruire una prospettiva nuova che realizzi un bipolarismo delle idee e delle proposte, non delle gabbie e dei pregiudizi. Non ci interessano le sommatorie, non ci interessa il ritorno al passato, non ci interessa l’anacronistica riproposizione di schemi superati tanto nella geografia politica quanto soprattutto nella percezione dei cittadini e nel corpo vivo del Paese.
La nostra scommessa è intercettare le novità in atto e sfidarle con un’iniziativa audace sul piano della rappresentanza, dei contenuti e delle classi dirigenti.
Il punto di inizio di questo percorso è il rafforzamento, all’interno dell’attuale maggioranza di governo, di una presenza popolare e riformatrice, che interpreti in maniera piu’ autentica e concreta di quanto accaduto in passato i valori del popolarismo, per contribuire in un momento eccezionale alla ricostruzione del Paese e piantare la bandiera delle nostre idee. Ciò in netta alternativa alle forze di matrice antisistema o antieuropee ed estremiste che non hanno accettato quella logica del bene comune cui il presidente Giorgio Napolitano ha richiamato al momento del suo secondo insediamento.
La nostra prospettiva è una alternativa neo-popolare, una competizione con la sinistra fondata sulla qualità di una proposta politica che parli al futuro e non sia rivolta a vecchi schemi fuori dal tempo mandati in frantumi dai nuovi bisogni del Paese.
Vogliamo offrire un punto di riferimento a forze sociali e popolari vive, spesso costrette a rifugiarsi nell’astensionismo; a quei corpi intermedi naturali che, iniziando dalle famiglie, hanno rappresentato la vera forza del nostro paese in grado di resistere anche nei momenti più difficili: alle piccole imprese, gli artigiani, ai commercianti, ai professionisti, ai coltivatori diretti, a coloro i quali quotidianamente assicurano la nostra sicurezza e la nostra difesa nazionale, agli italiani che dall’estero contribuiscono alla rinascita del Paese, alle forze innovative del lavoro e del sindacato e specie a chi oggi è alla ricerca di un futuro lavorativo ed esistenziale che non riesce a scorgere.
Insomma, a quei mondi che vogliono costruire un’alternativa popolare, non populista, all’egemonia della sinistra.
Per fare questo dobbiamo oggi affermare le nostre idee all’interno della maggioranza di governo, forti della nostra identità e distinti da chi non ha accettato la responsabilità della ricostruzione nazionale.
In prospettiva, dobbiamo trovare la forza e il cuore necessari per lanciare la sfida alla sinistra e aprire la competizione tra le forze democratiche.
Lasciandoci alle spalle le vecchie appartenenze, iniziamo dalla costituzione del Comitato Promotore di un soggetto politico nuovo e unitario, costruito dal basso.
Questo appello è rivolto alle forze politiche, ai movimenti e alle associazioni che si riconoscono in questa iniziativa. Ed è rivolto altresì ai parlamentari, affinché nell’ambito del percorso costituente del nuovo partito diano vita a gruppi che esprimano democraticamente la propria leadership e che traducano in azione parlamentare il movimento e la speranza che avremo saputo mettere in moto nella società“.
(ECCO TUTTE LE FOTO BIZZARRE DI PIZZI CHE SI E’ INTRUFOLATO TRA GLI ALFANIANI…)