Nuove sanzioni per la Russia. L’Unione europea ha deciso ieri di colpire l’economia di Mosca per costringere il presidente Vladimir Putin a esercitare la sua capacità di pressione sui separatisti filorussi nell’Est dell’Ucraina, dove le forze di Kiev stanno avanzando sul terreno.
Gli ambasciatori dei ventotto Paesi riuniti a Bruxelles hanno concordato una serie di misure per bloccare l’accesso ai mercati finanziari europei per le compagnie e le banche russe, per vietare tutte le nuove vendite di armi e di tecnologie sensibili nell’ambito dell’energia e degli strumenti duali – civili e militari – alla Russia.
Hanno inoltre stabilito il congelamento dei beni di quattro uomini d’affari russi, considerati vicini a Putin, accusati d’aver ottenuto benefici dall’annessione della Crimea e di sostenere attivamente i separatisti nell’est.
Le misure restrittive erano state già confermate ieri in una teleconferenza tra i capi di Stato e di governo di Francia, Usa, Germania e Italia.
E’ la prima volta che l’Ue aggredisce settori fino a quel momento sostanzialmente non toccati. Una scelta maturata anche a seguito dell’abbattimento sull’Ucraina orientale di un Boeing 777 civile della Malaysian Airlines con 298 persone a bordo, attribuito ai separatisti filorussi.
I TIMORI DEL FMI
Ad essere preoccupato delle ripercussioni delle sanzioni è il Fondo monetario internazionale che ha avvertito oggi in un report che un’escalation delle tensioni tra Russia e Ucraina aumenterà i rischi per le banche esposte a questi Paesi.
Gli istituti austriaci sono quelli più esposti, in rapporto al volume dei loro asset. Ma anche banche francesi, italiane e svedesi hanno partecipazioni importanti nell’area.
LA RISPOSTA DEGLI USA
La presa di posizione europea è invece stata accolta con favore dagli Stati Uniti, che secondo la Casa Bianca potrebbero anch’essi imporre nuove sanzioni alla Russia per il suo coinvolgimento nella crisi ucraina “al più presto oggi”. Questo aggiungerebbe altra benzina sul fuoco, dopo che gli Usa hanno accusato la Russia di aver violato il trattato per il controllo dei missili a corto e medio raggio, firmato nel 1987 da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov.