Preferenze, soglie di sbarramento e soglia per accedere al premio di maggioranza. Sono questi i punti di “maggiore discussione”, così li definisce Matteo Renzi oggi a Repubblica, sull’Italicum.
In attesa di sapere come uscirà la futura legge elettorale dal nuovo incontro tra il premier e Silvio Berlusconi previsto per giovedì, c’è il Nuovo Centrodestra che prova ad alzare la voce.
Ieri Angelino Alfano, oggi Renato Schifani e Maurizio Sacconi rimarcano la centralità del loro partito nella maggioranza di governo. E sottolineano come le modifiche alla riforma elettorale passino dal loro placet. Ma su cosa strepita Ncd in materia? E perché?
PREFERENZE
Le preferenze restano un “punto imprescindibile”, come ha spiegato ieri alla Stampa il ministro dell’Interno. Ciò è dovuto principalmente alla conformazione stessa del suo partito in cui a prevalere è chi ha un rapporto forte con un determinato territorio o categoria. Si pensi per esempio a Maurizio Lupi e alla sua relazione privilegiata con Cl, o a Beatrice Lorenzin e il Lazio, o ancora Nunzia De Girolamo e la Campania.
Ciò differenzia il partito alfaniano dal Pd che, come fa notare Roberto Giachetti, ha una “storia maggioritaria”. E da Forza Italia, caratterizzata invece da una forte leadership a livello nazionale. Se vogliamo, il modello di Ncd si può avvicinare a quello di un altro esponente azzurro, cioè al campione di preferenze Raffaele Fitto, da sempre legatissimo alla sua terra d’origine, la Puglia, vero serbatoio di voti anche alle scorse Europee.
Schifani boccia poi oggi su Repubblica l’idea di introdurre nel sistema di preferenze capolista bloccati perché, chiarisce, “questa scelta, per partiti non grandi, comporterebbe surrettiziamente la mancata introduzione delle preferenze: potrebbe essere eletto il solo capolista”.
SOGLIE DI SBARRAMENTO
Sembra più immediato per un partito piccolo come attualmente è quello di Alfano spiegare perché si vogliano abbassare le soglie di sbarramento. In ballo però non c’è solo l’ingresso in Parlamento e quindi la sopravvivenza stessa delle realtà minori. Da far valere ci sono l’autonomia e il peso in future coalizioni. Ecco perché Ncd, come Sel, si batte per una soglia unica di sbarramento, passando così dall’8% per i partiti che si presentano fuori dalla coalizione e dal 4,5% in caso di coalizione, così come prevede oggi il testo della riforma, a un unico 4 o 5%. “L’Italicum alla fine consentirà la rappresentanza di tutte le aree politiche, anche al di fuori delle coalizioni”, sentenzia infatti oggi Sacconi dal Corriere della Sera. Anche su questo punto si misurano le distanze con Renzi e Berlusconi, interessati invece ad avere più soglie e costringere così i partiti minori ad allearsi.
Ed ecco perché di riflesso Ncd spinge affinché si alzi anche la soglia per accedere al premio di maggioranza. Più difficile sarà raggiungerla per i partiti maggiori, più grande sarà il peso di quelli minori nei futuri equilibri: “Più è grande il premio di maggioranza, più deve essere garantito il diritto delle minoranze di essere rappresentate in Parlamento”, ha precisato Alfano.