C’è un’ultima strada da percorrere prima dell’“addio alle armi”. E passa da Castelbrando, un hotel in provincia di Treviso dove Michele Boldrin ha dato appuntamento a un centinaio di amici per il terzo week end di settembre.
L’ex coordinatore di Fare per fermare il declino per ora non tornerà in America, come aveva annunciato a Italia Oggi dopo lo schiaffo alle Europee ricevuto insieme con i montiani di Scelta Civica e i tabacciani del Centro Democratico. Le indiscrezioni svelate da Formiche.net trovano conferma in una mail che l’economista della Washington University di Saint Louis ha inviato a una cerchia ristretta di persone.
Un invito per una tre giorni settembrina tra le Alpi venete a porte chiuse in cui la posta in gioco è altissima: costruire l’alternativa al Pd di Matteo Renzi. L’unica cosa, scrive Boldrin, “utile da farsi se si vuole far politica”. Altrimenti, aggiunge molto chiaramente, “meglio lasciar stare e dedicarsi ad altro”. Ma in Fare non tutti, anzi, seguono con interesse le nuove strade dell’economista liberista.
IL PD DI RENZI
La sua mail parte da un’analisi impietosa sui limiti del presidente del Consiglio: “Roboanti promesse e battute a parte, Matteo Renzi cambierà poco o nulla dello Stato italiano. Oltre la retorica un po’ sbruffona vi è il niente programmatico”. E fa una rassegna altrettanto disastrosa dei suoi co-protagonisti della scena politica. Partendo dal M5S che, rileva l’ex leader di Fare, “non ha nulla da dire e la grande forza elettorale e parlamentare che controlla(va?) è diventata solo un tragico spreco”.
A DESTRA
Il suo sguardo si sposta poi a destra. Qui i poli sono due. Uno “reazionario” rappresentato da Lega Nord e Fratelli d’Italia che, secondo l’economista, “non ha futuro politico (nel senso che mai governerà l’Italia né mai produrrà proposte utili alla bisogna) ma ne ha uno elettorale (nel senso che sembra esistere e verosimilmente esisterà per anni un 6-10% dell’elettorato desideroso di appoggiare una posizione esplicitamente reazionaria)”. E uno “clientelare” rispetto a Renzi composto da Ncd e Forza Italia che altro non è, scrive ,che il “nulla riempito, finché durerà fisicamente e ne avrà beneficio personale, dalla figura oramai imbarazzante di Silvio Berlusconi e della sua corte”.
PASSERA
Boldrin ne ha anche per Italia Unica, il nuovo progetto politico di Corrado Passera verso cui manifesta “simpatia e interesse” ma che, dice, è iniziato con “il piede storto”: “Al momento IU si identifica con Corrado Passera e, piaccia o meno, se tale rimane non può essere il luogo di quella ri-definizione che io ritengo necessaria”.
IL PROGETTO
Il progetto che ha in mente Boldrin si inserisce quindi a destra per una ragione pragmatica: “Visto che oggi in Italia la ‘sinistra’ c’è e si chiama ‘PD di Matteo Renzi’ l’alternativa ad essa non può non occupare, nella geometria elettorale, l’unico spazio lasciato libero e questo, per mancanza di altro termine, io lo chiamo ‘destra’”. Una destra da costruire ex novo e che sia “altro da ciò che abbiam fatto sino ad ora”.
Si tratta di un processo molto lungo, ammette, ma da portare avanti con l’obiettivo di costruire una forza politica che rappresenti nientemeno che “il punto di riferimento per quei circa 30 milioni di italiani che oggi non hanno alcuna rappresentanza politica in cui confidare”. Altrimenti meglio “un sereno addio alle armi”. Tutto o niente dunque il bivio a cui chiama i suoi Boldrin. Lo seguiranno?