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Emmanuel Macron, ecco idee, segreti e piani del nuovo ministro francese dell’Economia

Filo merkeliano, amico delle banche, emisfero destro dell’Eliseo. Sono alcuni dei giudizi riservati dalla stampa parigina ad Emmanuel Macron, neo ministro dell’Economia francese nel governo Valls II, dopo che il presidente Hollande ha ridato il mandato al premier per un secondo esecutivo. Ecco un ritratto del successore di Arnoud Montebourg.

CHI E’
Figlio di una coppia di medici, formato tra i gesuiti a Amiens, prima dello sbarco (16enne) a Parigi, frequenta la scuola superiore, l’ENA (Léopold Sédar Senghor, 2004) e l’Ispettorato finanziario. Giovane e ambizioso: a 25 anni è già assistente del filosofo Paul Ricoeur con il quale si specializza nello studio delle opere di Hegel e Machiavelli. Quindi relatore della Commissione Attali nel 2007, per poi arrivare alla banca Rothschild a soli 30 anni, dove si trova all’inizio del 2012 a dover gestire una delle più rilevanti operazioni dell’anno: l’acquisizione da parte di Nestlé una consociata di Pfizer.

EMISFERO DESTRO
Le Monde lo definisce l’emisfero destro dell’Eliseo, ripubblicando un articolo dello scorso gennaio quando dava conto di una politica di sostegno alle imprese sempre più disinibita. Da Vice Segretario Generale incaricato degli affari economici, Macron era ed è “senza dubbio il più liberale della squadra dell’Eliseo ad aver vinto sul campo ideologico”. Ha avuto durante la campagna elettorale per l’Eliseo un ruolo decisivo, insieme a Michel Sapin, nel programma di Hollande. Ha anche contribuito a mantenere il collegamento di quest’ultimo con il mondo del lavoro. Dal maggio 2012 è stato coinvolto non solo nella preparazione dei vertici europei e internazionali (G8, G20), ma di molti incontri ad alto livello su questioni di industria, economia e fiscalità.

LE FIGARO
L’arrivo al governo dell’ex banchiere Rothschild simboleggia la svolta social-liberale di Hollande, osserva Le Figaro, e cristallizza la sinistra critica. Macron è stato per due anni “l’occhio del presidente” sulle questioni economiche e finanziarie, e “le orecchie dei padroni al Eliseo”. Sembrano lontano oggi i giorni della campagna presidenziale in cui il candidato Hollande urlava ai militanti: “Il mio nemico è la finanza”. Ecco che secondo Le Figaro la nomina di un ex assistente del capo dello Stato, il cui mentore è Michel Rocard, rappresenta un’ulteriore prova del suo impegno a ripristinare la fiducia nelle imprese. “Un simbolo di successo e della forza del Paese”, ha detto su di lui Manuel Valls.

STIMOLI
Il 36enne liberale ha uno sguardo franco ma pacato, e solo in privato (poche volte) osa qualche impertinenza. Nel cuore della campagna presidenziale, quando ha saputo che François Hollande aveva proposto una tassa del 75% sui redditi molto alti, non era riuscito a soffocare la battuta “abbiamo i problemi di Cuba ma senza averne il sole”. Sempre affabile, dicono di lui che potrebbe “sedurre una pietra” e nella scelta della terminologia è a metà strada tra il divertito e il beffardo, dice uno dei suoi parenti.

ANEDDOTI
Michel Sapin, un fedelissimo del presidente, manterrà il portafoglio finanziario e i conti pubblici. Alcune piccole scene grottesche spiegano molti degli ultimi avvenimenti. Come quelle accadute durante un viaggio in Germania, quando mentre Sapin difendeva gli sforzi della Francia per risanare il proprio disavanzi pubblici, l’allora ministro Montebourg rassicurava che si trattava di una questione di “incidentale” che non sarebbe dovuta accadere di nuovo.

SFIDE
“Il duo di scagnozzi” (Macron e Sapin, così come li definisce Le Figaro) dovrà ora attuare la politica economica e fiscale del Paese, definita dal presidente in quattro punti: ripristinare la competitività; sostenere le imprese; tagliare la spesa pubblica; convincere i francesi che la strada intrapresa è quella che metterà la Francia sulla via giusta per ottenere crescita e occupazione.

CRITICO
Il segretario generale della FO Jean-Claude Mailly ritiene che la nomina di un ex consigliere economico di François Hollande a Bercy “non sia una buona idea per l’economia francese”. Ancor prima che il nuovo inquilino di Bercy abbia preso possesso del suo ufficio, il sindacato non si fa illusioni circa la politica economica che porterà. “Considerato il suo background, dato dalla politica economica degli ultimi due anni, vale a dire una politica di austerità, essa non potrà che essere rafforzata”, ha detto Mailly.

twitter@FDepalo


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