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Tutto pronto per il matrimonio Telecom-Mediaset?

Mentre in suolo brasiliano si consumava la partita, vinta poi dagli spagnoli, tra Telefonica e Telecom per il controllo di Gvt, l’operatore di rete fissa controllato da Vivendi, in Italia riaffioravano i segnali di un matrimonio tra il gruppo televisivo della famiglia Berlusconi e la tlc tricolore.
L’ipotesi di una fusione Telecom e Mediaset si è palesata più volte negli anni. Ma in Italia l’industria nazionale delle telecomunicazioni e dei media corrono ancora su binari separati, seppur si intravedono i primi passi verso una possibile convergenza, sottolineano alcuni addetti ai lavori.

GLI INDIZI

Telefonica, oggi azionista di maggioranza con quasi il 10% di Telecom, cederà presto le proprie quote alla Vivendi di Vincent Bollorè, presidente e primo azionista del gruppo francese, nonché vicepresidente di Mediobanca, che vede nell’azionariato la presenza del gruppo della famiglia Berlusconi e ha visto sedere nel consiglio di amministrazione la primogenita del Cavaliere.
“Si può ipotizzare che le parti ora si incrocino?”, ha scritto Alessandro Plateroti su Il Sole 24 Ore viste le attività del finanziere in Italia ben concentrate nella finanza che conta e al suo rapporto con Berlusconi.

QUESTIONE DI CONTENUTI
Lasciato il Brasile la battaglia potrebbe spostarsi quindi sui contenuti.
L’uscita dal capitale di Telecom non determinerà per gli spagnoli l’abbandono dal mercato italiano. È recente infatti la mossa con cui Telefonica si è assicurata l’11% di Mediaset Premium.
Il gruppo televisivo della famiglia Berlusconi sta vivendo infatti un momento delicato, tanto che nei mesi scorsi ha avanzato la possibilità di cedere Premium a dei compratori stranieri. E dopo la cessione dell’11% della pay tv agli spagnoli di Telefonica – in cambio di un assegno da 100 milioni di euro – non si esclude che in futuro si possa procedere alla cessione di altri pacchetti azionari.
Nonostante Mediaset Premium rimanga un’opzione interessante anche per Vivendi qualcuno però esclude che un affare possa concludersi a breve:
“Al momento è difficile ipotizzare un merger Vivendi-Mediaset Premium, ma in Europa si sta andando verso al formazione di pochi poli – ha scritto Andrea Montanari su Milano Finanza – Perché i contenuti sono fondamentali per vincere la sfida dei ricavi e il calcio è la gallina dalle uova d’oro. E i big sono pronti a sfidarsi. A suon di miliardi”, si legge sul quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

BOLLORE’, IL BURATTINAIO

In futuro a muovere i fili delle alleanze potrebbe essere il finanziere bretone. Nonostante i buoni propositi dei vertici di Telecom di non dare a Bollorè un posto in Consiglio di amministrazione sarà difficile infatti prevedere per lui un ruolo marginale nella compagnia che ha come azionisti di riferimento società di cui egli stesso è azionista importante, Mediobanca e Generali.
“Insomma, molto di quanto accadrà di qui ai prossimi 12-18 mesi dipenderà ora da Bollorè e dalla sua rete di amicizie e di alleanze”, ha sottolineato Plateroti.
E secondo il vicedirettore del Sole 24 Ore non è da escludersi che potrebbe essere lo stesso Bollorè a vedere con favore un grande accordo Telecom-Mediaset in Italia: “A quel punto si porrebbe però il problema della proprietà pubblica o semi-pubblica della rete: una concentrazione di quella portata dovrebbe necessariamente essere accompagnata da una maggiore tutela della concorrenza e dell’interesse pubblico”, ha scritto Plateroti.


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