L’attenzione di politici, analisti ed economisti del Vecchio Continente si è focalizzata – soprattutto nel processo di integrazione monetaria e negli anni della crisi – sulle scelte dei governatori della BCE. Ritenute strategiche per l’andamento dei mercati e per la tenuta dei bilanci degli Stati membri dell’UE.
Ma vi è un’altra grande istituzione comunitaria che può svolgere un ruolo rilevante per favorire lo sviluppo dell’economia reale e rilanciare la ripresa in una realtà prigioniera della recessione.
Una banca rivolta al tessuto produttivo
È la Banca europea per gli investimenti, l’organismo finanziario creato con i Trattati di Roma del 1957 per supportare progetti volti a migliorare le infrastrutture, l’approvvigionamento energetico, la sostenibilità ambientale, l’innovazione tecnologica, la coesione sociale nel Vecchio Continente, nei paesi associati, nelle realtà in via di sviluppo.
Soggetta alla proprietà e al controllo dei 28 governi Ue, la banca utilizza le risorse raccolte sul mercato dei capitali per concedere a imprese, enti locali e istituti creditizi prestiti a un basso tasso di interesse tutti a sostegno di progetti riconosciuti di interesse europeo. Flussi di denaro sottoposti a un monitoraggio rigoroso, e che per le aziende più innovative vedono la BEI condividere al 50 per cento i rischi di mercato.
Il “braccio operativo” della BEI
A fare il punto sull’attività e i progetti della BEI – che con Cassa depositi e prestiti www.formiche.net/2014/07/28/cassa-depositi-prestiti-tutte-le-mosse-bassanini-gorno-tempini/ può rivelarsi cruciale per creare moderne reti infrastrutturali – è il vice-presidente Dario Scannapieco.
Il quale è anche numero uno del Consiglio di amministrazione del Fondo Europeo per gli Investimenti, il braccio operativo della banca per le strategie di supporto finanziario del tessuto produttivo dell’UE.
Finalità principale del FEI è sostenere la creazione, crescita e sviluppo delle piccole e medie imprese attraverso la ricerca e raccolta di capitali di rischio e garanzia a medio-lungo termine.
Le cifre a livello europeo
A fine 2013 la BEI presenta un patrimonio complessivo pari a 512,2 miliardi di euro, un capitale sottoscritto di 243,5 miliardi e riserve che ammontano a 33,7 miliardi.
Tra il 2007 – anno di inizio della crisi – e il 2013, i finanziamenti totali promossi dall’organismo comunitario hanno raggiunto la cifra di 455 miliardi di euro. Dall’anno scorso e per il triennio in corso il trend di prestiti è cresciuto di 20 miliardi annui, grazie all’aumento di capitale perfezionato lo scorso anno.
Un ruolo strategico nelle politiche UE
Un complesso notevole di interventi che alimenta nei responsabili della BEI le attese per scelte di sostegno alla domanda da parte della BCE e delle autorità comunitarie.
Perché la Banca europea per gli investimenti, forte della tripla A riconosciutale dalle istituzioni finanziarie internazionali, potrebbe svolgere un ruolo rilevante nel programma di 300 miliardi in reti infrastrutturali e progetti produttivi prospettato dal presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker.
L’intervento della BEI in Italia
Nel nostro paese, principale beneficiario delle iniziative della BEI soprattutto per i prestiti a favore delle PMI, l’attività di finanziamento è stata pari nello stesso arco temporale a 61 miliardi di euro. Destinati al supporto di 70 progetti.
Il volume di investimenti messi in campo grazie a tali risorse ha toccato i 170 miliardi. Una cifra notevole, anche se non mancano ritardi e arretratezze in Italia, perché specialmente dal sud sono presentate poche domande di finanziamento. Nel triennio 2013-2015 la BEI aveva preventivato un livello medio di finanziamenti annui tra 9 e 10 miliardi. Dopo il record del 2013 (11 miliardi), per il 2014 i nuovi prestiti sono a quota 7 miliardi.
L’urgenza del cambiamento
La ragione della preoccupazione di Scannapieco è dovuta al fatto che per promuovere l’utilizzo dei fondi rilevanti messi in cantiere dalla banca europea vi è la necessità di grandi progetti innovativi.
A suo giudizio, la cornice adatta a farli maturare è una politica fiscale favorevole al fare impresa, un progetto logistico coerente specie per il Mezzogiorno da parte di amministrazioni centrali e locali capaci e oneste, un impiego intelligente e lungimirante dei fondi strutturali europei attualmente attestato al 58 per cento e frammentato in mille rivoli, un programma di investimenti produttivi di ampio respiro.
Il coinvolgimento nel rilancio della scuola
Requisiti fondamentali in comparti nevralgici come la realtà scolastica. E proprio il Piano scuola messo a punto dal governo vede la BEI nel ruolo di garante, con 650 milioni di euro, dei finanziamenti stanziati dallo Stato a favore delle regioni per realizzare interventi di efficientamento energetico, ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici educativi.
L’impiego dei mini-bond
Nel terreno produttivo la politica intrapresa dalla BEI grazie all’aumento di capitale del Fondo europeo per gli investimenti ha seguito direttrici ben precise.
Linee-guida consistenti nell’assunzione di parte del rischio dei prestiti bancari per le attività imprenditoriali innovative. E nella promozione di finanziamenti non bancari del tessuto aziendale come l’acquisto di mini-bond emessi per sostenere 8 compagnie attive nel comparto idrico in Veneto.
Un progetto pilota?
A inizio di giugno l’istituzione finanziaria europea ha firmato con il Ministero per lo Sviluppo economico un protocollo, ora in attesa dei provvedimenti attuativi, che potrebbe rivelarsi pionieristico per il supporto a progetti di frontiera.
Utilizzando fondi del Fondo Centrale di garanzia, il minindustria fornirà una sorta di polizza assicurativa pari a 100 milioni di euro – una sorta di “cuscinetto protettivo” – per riassorbire le eventuali perdite nel programma innovativo di finanziamenti di 500 milioni di euro a favore di imprese innovative in ricerca e macchinari, dalla bio-plastica alla diagnostica medico-scientifica.
L’utilizzo innovativo dei project-bond
Tramite i project-bond è stato invece messo in cantiere il completamento del Passante di Mestre.
Ma tali strumenti innovativi di finanziamento garantiti dalla BEI – rimarca il suo vice-presidente – potrebbero essere utilizzati per promuovere un grande piano di modernizzazione nella banda larga e nell’energia: “Attraendo in prospettiva gli investitori istituzionali”.